Nella città santa di Loreto non si può scherzare col fuoco. Ho bisogno di abbeverarmi di cucina marchigiana gourmet e tradizionalmente entusiasta. Ho bisogno di una cucina marchigiana della Madonna, per questo ho scelto Loreto.. Tra i ristoranti nelle Marche cattoliche, tutte le vie buongustaie e pellegrine portano all’Andreina di Loreto, ristorante splendido di Errico Recanati e della splendida moglie Ramona. Che splendore! Giardino fuori da romanticismo, cucina dentro da carnivoro coi baffi. In sala c’è il giovane adrenalinico Andrea Catalini, e lo spirito del ristorante gourmet sprizza juventude. Il posto merita di essere vissuto con tutta la famiglia, dai bambini senza denti e tanta fame ai nonni senza denti e tanta saggezza culinaria.
Inizio dallo spumante di Passerina Velenosi, bollicine dal nome piccante… La gola invece inizia coi fuochi d’artificio selvatici: Hamburger di cinghiale e burrata. La cucina marchigiana si rivela col fregantò, ovvero un piatto tipico vegetariano delle Marche, ricreato dal baldo Errico Recanati come un giardino all’italiana rinascimentale. Poi arriva il Baccalà crudo e in pizzaiola con burrata: eccezionale cruditè sapida, gustoso anche sulla focaccina, mi lecco ancora le falangette. Anche il food porn ha la sua valenza all’Andreina: Fegato grasso, visciole, pesche, lamponi gelati… Datemi un libro sull’Ogino-Knaus, perché il foie gras potrebbe farmi fare l’ennesimo figlio!
Adesso la cucina creativa. “Lo scampo che rincorre la lepre” attua un abbinamento inconsueto per i scettici del gusto: ebbene, il senso di gravità organolettica viene ribaltato e amplificato nel sublime; mi sento il povero Armstrong danzante sulla Luna. È giunto il momento di cambiare vino: Picus Rosso Piceno San Savino 2008. Ma non solo: nel ristorante mi capita di conoscere la sorridente boss di Garofoli vini, Daria Garofoli, che mi prende in simpatia (sarà forse il mio sguardo da ebete truffaldino?) e mi fa assaggiare il Conero Riserva 2006 (solo 600 bottiglie). Mi son sentito fortunato come bambino che cade nel pentolone della Nutella.
Gnocchi alla lepre in salmì e patat viola: eccomi, sono il cacciatore birichino che desidera il leprotto; lo ignocco nello gnocco e lo coloro di patate viola. Eccomi sono il poeta cacciatore, e sognatore. Grazie Errico per rendermi partecipe delle tue bestie boschive! Ravioli di pollo in potacchio con cipolla croccante: la cucina marchigiana che affiora, ricordandomi la nonna Licia e il suo pollo da orgasmo adolescenziale. Il gioco delle bestiole selvatiche a tavola prosegue: Anatra laccata al frutto della passione con gelato di mela rossa dei Sibillini. Avventura aromatica, floreale, silvestre, tropicale, piatto bizzarro ed eccitante. E poi, magie delle magie, giunge dal profondo bosco delle fate il tordo alla brace, da mangiare tutto, croccante e affumicato come l’estasi da homo erectus che ne consegue. Grazie allo chef ho capito di essere un carnivoro fino al midollo!
Ramona, la meravigliosa moglie gestante di Errico, svolazza come una libellula professionista tra i tavoli, nonostante porti un dolce fardello nella pancia. Brava e concentrata benché concentri tutti i suoi fluidi al piccolo in arrivo… Dessert finale: Zuppa d’ananas cotta sotto la cenere, yogurt di bufala marchigiana: pulizia e sgorgaggio delle proteine del bosco assunte finora. Un dolce fresco e amabile, come un bacio tra amanti eschimesi. Dopo una bella mangiata gourmet, chic, michelin (forse) e indubbiamente da ricordare come un arcobaleno, alzo i tacchi e vado a dormire nel luogo più bello di Loreto: il b&b Antica Maison in una casa del 1700 (www.anticamaison.net). Delirio di classe nella città della Madonna.