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Più stelle meno sbarre: la prima cena gourmet in un carcere

Lo scorso 19 maggio si è tenuta "Più stelle meno sbarre", cena gourmet nella Casa di Reclusione “Rodolfo Morandi” di Saluzzo.

Le stelle dentro le mura di un carcere. E’ stato possibile. Grazie a Ugo Alciati, Nicola Batavia, Enrico Crippa, Pino Cuttaia, Maurilio Garola, Paolo Reina, Andrea Ribaldone e Davide Palluda. 8 chef per un sogno che è diventato realtà il 19 maggio nella Casa di Reclusione “Rodolfo Morandi” di Saluzzo. Più stelle e meno sbarre è stato questo: una cena - scommessa su un incontro coraggioso, per riannodare in modo diverso il filo civile che vede i singoli come parti diverse di una società unica.

Sapori Reclusi, associazione culturale impegnata in attività di comunicazione e sensibilizzazione sociale, da anni ha trovato nel cibo la via più naturale per far emergere le situazioni di esclusione in cui vivono alcune persone lasciate fuori dal concetto standardizzato di società. Anche in quest’occasione sono stati il cibo di alta qualità e i grandi vini del territorio italiano a parlare una lingua accessibile a tutti: otto grandi chef, otto lingue del gusto e dei sapori che hanno reso il nostro paese famoso in tutto il mondo per la sua enogastronomia, hanno preparato una grande cena di beneficenza aperta al pubblico, per incontrare la realtà detentiva da vicino e compiere un gesto di solidarietà, scambio, comprensione.

D’altronde, quale migliore via per conoscere una realtà, se non immergersi al suo interno? Solo con il cortocircuito tra opposti è possibile tracciare un senso vero nell’incontro tra persone e far sedere vicini chef e detenuti, imprenditori e cittadini, rappresentanti delle istituzioni e giovani è la strada per ricreare il senso reale di quella che chiamiamo per convenzione società civile.



Così, la sera del 19 maggio l’eccellenza ha incontrato il carcere e le aziende incontreranno i progetti solidali.

Enrico Crippa, Pino Cuttaia, Andrea Ribaldone, Ugo Alciati, Nicola Batavia, Maurilio Garola, Paolo Reina e Davide Palluda hanno saputo fare della passione per la cucina un mestiere e un percorso di vita che parla di impegno, risorse, tradizioni, sapori, ricerca. Aver fatto incontrare queste persone con chi vive una situazione di esclusione e privazione della libertà, ha permesso di attivare nuovi meccanismi, abbattere barriere, smussare pregiudizi. Gli chef infatti, nella stessa giornata, hanno tenuto una lezione al gruppo di detenuti che frequentano il corso di cucina: un incontro di sapori e di mani al lavoro, uno scambio personale e umano tra persone protagoniste di percorsi di vita diversi, uniti dal tema del cibo come identità, dalla creatività come forma di libertà e soprattutto dal lavoro come riscatto per il futuro.

Chef e detenuti hanno lavorato insieme per allestire la prima cena stellata dentro una casa di reclusione.

Un’occasione unica per i detenuti, speciale per gli chef. Una grande opportunità per un pubblico di cittadini, aziende del territorio, rappresentanti delle istituzioni invitati non solo a partecipare all’evento stellato, ma a sostenere finanziariamente un progetto. La cena infatti è nata per finanziare un percorso di formazione e lavoro promosso dall’Associazione Sapori Reclusi: “Stampatingalera”, un corso di stampa Fine Art attivato nei mesi scorsi presso la Casa di Reclusione di Saluzzo grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo.



Le ricette sono state un viaggio nei sapori delle cucine degli 8 chef: Nicola Batavia ha presentato “The egg marinato by birichin”, dal nome del suo rinnovato locale; Maurilio Garola ha onorato il territorio locale con “Omaggio alla razza piemontese: millefoglie di filetto di fassone, burrata, la nocciola e il suo olio”, un “Panino di fragola e fegato grasso” è stata l’opera di Davide Palluda, mentre Andrea Ribaldone ha proposto un “Minestrone freddo di verdure”. Pino Cuttaia, ospite siciliano, ha offerto un’incursione nei profumi marini con il “Baccalà alla pizzaiola all’affumicatura di pigna” e il collega Enrico Crippa è ritornato sul territorio con l’ottimo “Risotto al Castelmagno”. Le danze si sono chiuse con i dolci, affidati alle abili mani di Ugo Alciati che ha presentato la “Meringa con battuto di fragole” e Paolo Reina che ha proposto un goloso “Mi-cuit al profumo d’arance e cioccolato amaro”. Il servizio di questa meraviglia per il palato è stato affidato ai giovani studenti dell’Istituto Professionale Alberghiero Virginio Donadio di Dronero, capitanati dal loro professore di sala e dall’abile Luciano, dell’Ostu di Djun.



Ad ottime ricette non possono che accompagnarsi ottimi vini: alcuni sponsor della serata sono state cantine prestigiose italiane, realtà del vino che hanno sentito il valore di quest’attività solidale e hanno deciso di affiancarsi a Sapori Reclusi. Zanotto Vigneti ha offerto un Extra Brut speciale per l’aperitivo che si terrà nelle sale del laboratorio birraio interno al carcere messo gentilmente a disposizione dall’associazione Pausa Caffè: qui, grazie agli amici di Fresco Piada, l’azienda riminese di piade artigianali, sono stati offerti assaggi di golosa piada fritta e una piccola degustazione di birre. Ceretto, Coppo, Milazzo, Oddero, Sordo hanno accompagnato le ricette degli chef con i loro vini e, insieme ad altre rinomate etichette come Albino Rocca e Clerico, hanno offerto alcuni magnum di Barolo per l’asta di beneficenza finale, condotta da uno dei più noti e poliedrici musicisti nostrani: il trombettista, musicista e cantante Roy Paci. “Non è la prima volta che partecipo a iniziative simili – ha detto – sono spesso stato coinvolto in eventi che portavano la musica in carcere. Sono molto felice di poter dare il mio contributo anche a questo progetto. Penso di essere fortunato a riuscire a ritagliare fra i miei impegni dei momenti per potermi dedicare a chi è meno fortunato. Oltre a poter fare qualcosa per gli altri, queste si rivelano sempre esperienze che mi arricchiscono molto sotto il punto di vista umano”.

Insomma, sono tanti gli imprenditori che hanno creduto con Sapori Reclusi nel valore promosso da questa cena eccellente: affiancare nuovi messaggi per cominciare a vedere le cose da un nuovo punto di vista. 

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