Tutto questo a dimostrazione che un modello di ristorazione sostenibile sia possibile e che possa contribuire positivamente alla lotta allo spreco alimentare e sia capace di cambiare le abitudini dei consumatori.
Piccoli mutamenti che se proiettati su scala globale possono avere un enorme effetto sulla riduzione dell’impatto ambientale causato dallo spreco alimentare.
Per le ricette, lo chef procidano Marco Ambrosino in perfetto stile “28 Posti”, sviluppa le tematiche affrontate selezionando produttori rispettosi degli ecosistemi e della biodiversità e utilizzando ingredienti attenti ai bisogni locali e alla valorizzazione del territorio.
Il cibo viene letto e interpretato come un incontro tra le diverse culture del Mediterraneo con particolare attenzione all'italianità, ma sfatando alcuni miti legati alla provenienza delle tradizioni considerate "nostrane" che in realtà arrivano da altri Paesi, africani e arabi nello specifico.
Lo scarto e, in generale, il pensiero su come esso possa essere valorizzato (ad esempio attraverso l’utilizzo di bucce, lische, pelle) insieme ai processi di fermentazione, sono gli altri temi ricorrenti del menu, così come l’attenzione all’utilizzo di piante che nutrono e non sfruttano i terreni.
Dal 3 al 12 settembre, previa prenotazione, le cene (da 6-8-10 portate) saranno accompagnate, inoltre, da un libro - una sorta di estensione del menù - in cui la grafica e i disegni di Martí Guixé e Marco Ambrosino andranno ad approfondire i concetti del progetto.