St. Hubertus in Alta Badia e gli altri luoghi gastronomici di Norbert Niederkofler
Norbert Niederkofler è attualmente lo chef dell’”Hotel Rosa Alpina”, non solo nel ristorante “St. Hubertus”, con il suo menù più creativo, ma anche nel “Fonde Stube”, con le fondute di carne e formaggio, nel “Limonaia”, con le sue ricche colazioni, e alla direzione creativa del catering della società Partyservice.
«Sono luoghi di ristoro differenti ma nei quali riesco a distribuire energie e idee in modo omogeneo», spiega Norbert Niederkofler, come se avesse ricevuto il fondamentale dono dell’ubiquità.
Il ristorante “St. Hubertus” è però il centro della sua creatività, quello in cui si possono provare le ricette più fantasiose e rinomate. Sono proprio lì, in quel confortevole spazio, che sono partiti i presupposti per le stelle Michelin. Solamente trentacinque persone a sera possono sedersi e assaggiare i suoi piatti; un numero così esiguo di commensali garantisce la qualità e la cura del particolare.
«I miei menù cambiano di continuo, in base alle stagioni, ai miei stati d’animo e alla freschezza delle materie prime» sostiene Norbert, «garantendo il perfetto binomio innovazione-tradizione». Quando descrive le sue illustri creazioni, dal suo sguardo traspare una piccola emozione: «Esistono dei piatti speciali che spesso ripropongo agli ospiti, non solo perché hanno vinto qualche premio in giro, più o meno rilevante, ma poiché sono importanti per la mia memoria:
il risotto agli aghi di pino mugo, il filetto di manzo in crosta di sale e fieno di montagna oppure il ricercato risotto alla cipolla rossa, gelatina di Moscato Rosa e gorgonzola. Sono pietanze che riprendono i sapori e i profumi della mia infanzia, della mia stessa vita. Il pino mugo e il fieno fanno parte della mia cultura.»
«Sono luoghi di ristoro differenti ma nei quali riesco a distribuire energie e idee in modo omogeneo», spiega Norbert Niederkofler, come se avesse ricevuto il fondamentale dono dell’ubiquità.
Il ristorante “St. Hubertus” è però il centro della sua creatività, quello in cui si possono provare le ricette più fantasiose e rinomate. Sono proprio lì, in quel confortevole spazio, che sono partiti i presupposti per le stelle Michelin. Solamente trentacinque persone a sera possono sedersi e assaggiare i suoi piatti; un numero così esiguo di commensali garantisce la qualità e la cura del particolare.
«I miei menù cambiano di continuo, in base alle stagioni, ai miei stati d’animo e alla freschezza delle materie prime» sostiene Norbert, «garantendo il perfetto binomio innovazione-tradizione». Quando descrive le sue illustri creazioni, dal suo sguardo traspare una piccola emozione: «Esistono dei piatti speciali che spesso ripropongo agli ospiti, non solo perché hanno vinto qualche premio in giro, più o meno rilevante, ma poiché sono importanti per la mia memoria:
il risotto agli aghi di pino mugo, il filetto di manzo in crosta di sale e fieno di montagna oppure il ricercato risotto alla cipolla rossa, gelatina di Moscato Rosa e gorgonzola. Sono pietanze che riprendono i sapori e i profumi della mia infanzia, della mia stessa vita. Il pino mugo e il fieno fanno parte della mia cultura.»