Roberto Conti: un percorso costruito sulla concretezza e sul gusto

C’è una sorta di magia nelle cucine di Roberto Conti: un mondo dove il fuoco è un pennello, il brodo una tavolozza, e ogni piatto racconta una storia. Nato a Vigevano, Conti inizia la sua carriera a vent’anni in una trattoria storica, dove sceglie di restare mentre molti se ne vanno. Un atto di coraggio, un salto nel buio che segna l’inizio di un percorso da romanzo: in un anno diventa chef, guida la brigata di giovani cuochi e porta il locale nella guida Michelin, con piatti tradizionali che sembrano quadri di un’Italia contadina e nobile al tempo stesso.

Da lì, il suo viaggio attraversa Milano e il Joia di Pietro Leemann, la cucina vegetariana stellata, e le atmosfere eleganti del Trussardi alla Scala con Andrea Berton. Tra successi, stipendi minimi e un debito con il padre ingegnere, Conti impara presto che il talento deve camminare di pari passo con la disciplina: ogni scelta, anche gastronomica, ha un prezzo.



Oggi Conti è executive chef di dodici locali del gruppo Glamore e Philipp Plein, un “architetto del gusto” capace di modellare ogni ristorante come un abito su misura. La sua cucina è italiana, salda nella tradizione lombarda e meneghina – risotto, lingua in salsa verde, vitello tonnato – ma al contempo aperta alla sperimentazione, con tecniche moderne al servizio del sapore. Nei locali internazionali come Philipp Plein, la sua pasta diventa linguine all’astice o fritto misto “modaiolo”, mentre sul lago d’Iseo trasforma pesci d’acqua dolce in piatti che raccontano il territorio con coerenza poetica.



La pasta è il filo rosso della sua carriera: non solo nutrimento, ma simbolo di identità. Lo “Spaghetto 5.5”, con cinque diverse strutture di pomodoro, o la pasta al pomodoro “invisibile”, dimostrano la sua capacità di coniugare narrazione, tecnica e piacere. La trafilatura al bronzo è per lui la tela perfetta, la superficie ruvida che trattiene il sugo e restituisce un sapore autentico.

Per il progetto Barilla Al Bronzo firma un Mezzo Rigatone cacio, pepe e bergamotto, dove brodo speziato, pecorino, yuzu e scorze di agrumi si fondono in un equilibrio di freschezza e corposità. Ogni piatto è un atto creativo e misurato, come un film di Fellini: ogni dettaglio studiato, ogni colore scelto, ogni aroma calibrato.
Roberto Conti è un cuoco che ha imparato a finanziare i propri sogni, a rispettare la tradizione e a reinventarla, senza mai perdere la propria bussola. Un maestro che, tra trattorie storiche, stelle Michelin e cucine internazionali, continua a plasmare la cucina italiana con eleganza, precisione e una punta di audacia.


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