Chef

Una nuova Roma per giovani e clienti internazionali

Nuova clientela, proposta gastronomica internazionale, continua ricerca dell’intensità dei sapori: lo chef del ristorante Idylio parla dell’attuale scenario ristorativo capitolino e dell’evoluzione della sua cucina.
«Continuare a sperimentare è nella mia indole, amo la concentrazione di sapori, e la ricerca di nuove intensità è sempre al centro del quotidiano lavoro in cucina. Anche in futuro i miei piatti racchiuderanno in pochi bocconi l’umami». Francesco Apreda racconta con grande lucidità la nuova fase di una filosofia gastronomica estremamente riconoscibile e sviluppata sul sapiente ricorso alle spezie e sulla meticolosa applicazione delle tecniche di cottura. Lo chef campano alla guida del ristorante Idylio, situato a Roma a pochi passi dal Pantheon, è ripartito di slancio dopo il difficile biennio legato alla pandemia, proponendo piatti e percorsi di degustazione sovente focalizzati sulla creazione di sapidità alternative. 

Iconic Signature, Sapidità essenziali e Terra mia, questi i menu-percorsi che racchiudono passato, presente e futuro dell’Apreda pensiero. 
Il vegetale nel ruolo d’attore protagonista, le sapidità alternative e più complesse, l’imprescindibile filo conduttore rappresentato dalle spezie: «Nel tempo ho tracciato un solco divenuto ormai la strada maestra per me e i miei ragazzi»
La Pasta in bianco alle 5 radici e la Zucca piccante sono i nuovi manifesti gastronomici dell’evoluzione di Francesco, alle prese con una nuova clientela: «Aumentano i giovani, sia italiani che stranieri, che per la prima volta si regalano un’esperienza d’alta cucina, spinti dalla curiosità e dal ‘rumore’ fatto da noi chef e ristoratori sui social nei periodi di chiusura forzata»

Nuovi clienti dunque, meritevoli di una proposta che possa essere più ricca e internazionale, per accrescere la voglia di sperimentare: «Roma pullula di turisti, ci sono tanti appassionati gourmet in città, e credo sia necessario sviluppare uno scenario più completo che possa far leva su locali di cucina etnica di alto livello e su un circuito fine dining di rilievo. Sarebbe utile per tutti noi operatori, non si deve temere la concorrenza ma ci si deve augure l’accrescimento generale della proposta ristorativa per fare in modo che tutti possano trarne beneficio, perché la competizione aiuta e crescere e la presenza di più indirizzi interessanti consentirebbe a Roma di divenire una capitale del gusto».

di Luca Sessa 

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