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Un nuovo executive chef per l'Excelsior Vittoria

Dopo quattro stagioni di successi, l’Executive chef Luigi Tramontano lascia il Grand Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento e il testimone passa ad Antonino Montefusco, suo vice negli ultimi anni.
Classe 1983, Antonino Montefusco, sorrentino doc, proprio nel prestigioso albergo ha esordito giovanissimo tra i fornelli, per poi approdare nelle cucine dei migliori hotel e ristoranti in Italia e all’estero: Rosselinis di Palazzo Avino (Ravello) al fianco di Pino Lavarra (oggi Head Chef del ristorante Tosca del Ritz - Carlton d Hong Kong) e poi i Quattro passi di Nerano, Le Jardin de Russie del De Russie di Roma e La Pergola del Cavalieri Hilton di Roma, regno di Heinz Beck. 

Il primo amore non si scorda mai. Proprio nelle cucine dell'Excelsior Vittoria, Montefusco ha cominciato a capire che la cucina sarebbe stata la sua passione, la sua vita. Oggi, puntando su di lui, l’azienda è cosciente di aver scelto valenza tecnica e anche quid affettivo, valore sempre più raro. E’ proprio partendo da questo concetto che Guido Fiorentino, CEO & Presidente dell’azienda, ha meditato la sua decisione e così afferma: “L’Excelsior Vittoria è stato nel tempo fucina di carriere di tutto rispetto, anche in cucina. E’ bello pensarci come azienda che ha saputo accompagnare la crescita di una risorsa, che ha lasciato quando ha avvertito l’esigenza di dover fare esperienze diverse, ma che è poi sempre ritornata a casa. E ha aggiunto – “Siamo orgogliosi che Montefusco firmerà la cucina del Ristorante gourmet Terrazza Bosquet e di tutti gli outlet dell’hotel perché ha sempre lavorato seriamente, mostrando abnegazione, grande carattere e professionalità, nonché talento”. 

Dagli chef con cui ha avuto la fortuna di lavorare Montefusco ha appreso la profonda conoscenza delle materie prime, le tecniche di preparazione, ma soprattutto la capacità di osare, di andare oltre gli schemi tradizionali, capacità che ha fatto sua, mista a quella spregiudicatezza - permeata però sempre da una raffinata forma di sensibilità d’animo. 

A Montefusco piace pensare che i suoi piatti dispongano di una intelligibilità propria, liberi di lasciare emozioni. Non bisogna mai – afferma lo chef - avvicinarsi ai piatti come un giudice severo e chi ha questo atteggiamento non riuscirà a godere realmente del cibo. E prosegue – “Bisogna invece accostarsi alla cucina con interesse ed apertura”- ha così concluso. E quando gli viene chiesto quale tipo di cucina lo attrae maggiormente risponde: «Ieri, come oggi, quella di mia madre, perché è tutto partito da lì».







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