Un bicchiere con Gennaro Esposito

Lo diceva già il poeta latino Silio Italico nel suo poema “Punica” che la bontà del vino campano era superlativa, adatta ad accompagnare i piatti di mare e quelli a base di prodotti della campagna. Lo sostiene anche Gennaro Esposito, Torre del Saracino (Vico Equense) affezionato alle etichette campane Docg, custodi di una forte autenticità, come i bianchi Fiano di Avellino Pietracupa e Greco di Tufo Pietracupa. «Sabino Loffredo, titolare dell’azienda Pietracupa in Montefredane (AV), è secondo me uno dei “bianchisti” migliori in circolazione. Dei suoi vini ho sempre preferito i due base - Fiano e Greco - rispetto alle due selezioni, Cupo da Fiano di Avellino e G da Greco di Tufo, pluripremiati dalle guide e prodotte solo quando ritenuto opportuno. Ma amo allo stesso modo un grande classico dell’enologia campana come la Lacryma Christi del Vesuvio Mastroberadino o i bianchi di Casa D’Ambra, esaltati da fermenti in bottiglia di uno o due anni. Massima espressione dei bianchi campani anche il Fior d’Uva di Marisa Cuomo (Cantine Gran Furor Divina Costiera) capace di coniugare tradizione e innovazione, e il Gragnano Grotta del Sole (Cantine Grotta del Sole) che si accosta bene alla cucina di pesce grazie alla morbidezza succosa del frutto e all’inconfondibile spuma densa che si diffonde nel bicchiere quando lo si versa. Tra i rossi del luogo spicca certamente il Montevetrano IGT Colli di Salerno di Silvia Imparato, composto da Cabernet Sauvignon al 60%, Merlot al 30% e Aglianico Taurasi al 10%; e il Falerno del Marsico di Villa Matilde anche se nella mia cantina sono 1.700 le etichette custodite, provenienti dai territori più disparati, dal Riesling d’Alsazia al Pinot Nero di Borgogna, dal Sirah australiano allo Chardonnay californiano». E come digestivo? «Signo’- sbotta svelto Gennarino – la ricetta del nostro limoncello e nocillo è assai segreta, impossibile svelarla!» E in un orecchio mi sussurra l’arcano: dopo quello di sua zia, solo de “’e curti” è veramente il migliore al mondo!