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Tenuta Sant'Antonio: la sfida dei Castagnedi a Verona

La grande sfida dei Fratelli Castagnedi: vitigni tradizionali a 350 metri di quota nel veronese, per un Amarone e una Valpollicella che vi colpiranno nel cuore. Una grande famiglia alla ricerca della massima qualità.

I vini italiani dei fratelli Castagnedi, della Tenuta Sant’Antonio, nella Valpolicella, prodotti a 350 metri di altezza in terreni massimamente calcarei. Sono una piccola realtà ma vendono in 30 paesi del mondo, fanno i vignaioli da pochi anni e si sono già imposti sulla scena internazionale: ritratto di una nuova generazione di imprenditori del vino, cosmopoliti e innovatori, anche nella qualità dei loro prodotti.

Oltre al Valpollicella, anche il loro Amarone è considerato, per così dire, inconsueto. I profumi e le sembianze non sono quelle a cui sono avvezzi i palati più allenati. Tutta colpa del terreno calcareo e dei 350 metri di quota su cui si sviluppano i vigneto, un record per il territorio veronese della Valpolicella che in genere viene coltivato molto più a valle. Ma è anche “colpa” (se di colpa si può parlare) di un’escursione termica che negli ultimi mesi di maturazione dei grappoli fa sì che gli zuccheri della giornata si consolidino di notte, mantenendo gli acidi e i profumi dell’uva. Così l’Amarone, come gli altri prodotti della tenuta Sant’ Antonio, vengono ad assumere insolite profumazioni speziate: nocciola, noce, talvolta liquirizia… Un Amarone di Verona e una Valpollicella che non potranno lasciarvi indifferenti ...

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Per coltivare un terreno così particolare non bisogna nascere vignaioli, quanto piuttosto viticoltori, nel senso più puro del termine. Un vignaiolo avrebbe scartato a priori un terroir con tali caratteristiche. Al contrario, i fratelli Castagnedi, che per anni hanno seguito e curato i filari di aziende vitivinicole di Toscana, Sicilia, Lazio, hanno visto nei Monti Garbi un’area dalle enormi potenzialità. Certo lì le viti talvolta soffrono, assimilano difficilmente alcuni elementi, devono diventare indipendenti e trovare un loro equilibrio. La sfida dei Monti Garbi, collina al crocevia dei tre Comuni di Illasi, Mezzane e Colognola ai Colli, nella zona doc della Valpolicella, dove fino all’89 non c’erano né strade, né acqua, né luce, è data anche da una produzione inferiore rispetto alle zone classiche della Valpolicella. Ma la qualità ottenuta e la particolarità dei vini stanno dando ragione ai Castagnedi.

I riconoscimenti ci sono: per esempio il rating 93 di Robert Parker e i 3 bicchieri della guida Vini d’Italia per l’Amarone Campi Dei Gigli del 2004. Come pure la risposta del mercato: l’azienda vende in oltre 30 paesi del mondo grazie all’impegno in prima persona di Armando Castagnedi, il globe trotter dell’azienda, abituato ai viaggi intercontinentali e ad avere a che fare con i buyer mondiali più esigenti in fatto di qualità e prezzo, capace di intuire le tendenze del mondo del vino.

“ Bisogna rendersi conto - auspica Armando Castagnedi, titolare assieme ai fratelli Paolo, Tiziano e Massimo – che la qualità dei prodotti è anche una conseguenza della tutela del loro buon nome e prestigio”. “Per questo – continua Castagnedi - spero che il sistema regga alle sfide della crisi internazionale, evitando le chimere di politiche di prezzo troppo aggressive che andrebbero a discapito del prestigio delle nostre produzioni, di tutto il sistema e in ultima istanza, temo, anche della qualità dei prodotti”.

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Con oltre 80 ettari coltivati, un numero di bottiglie in crescita, tutte rigorosamente da propria produzione, uno stabilimento per l’affinamento in località San Zeno a Colognola ai Colli, la piccola azienda si avvia a diventare grande, rassicurando oltre che sulla qualità dei prodotti, anche sul servizio ai clienti che sono perlopiù ristoratori, enoteche, wine bar di pregio.

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