Lo Chef Daniele Usai, insieme ai soci Stefano Loreti e la famiglia Stillitano, hanno deciso di dar vita una serie di trasformazioni per le due insegne di ristorazione all’interno della destinazione navale Nautilus.
Per Ristorante Il Tino e QuarantunoDodici si delinea un progetto ancora più contemporaneo, per andare incontro a una clientela eterogenea che ama rapportarsi con la cucina d’autore in maniera differente.
Il Ristorante Il Tino, dopo essersi trasferito nel 2016 da Ostia nella sede del Nautilus di Fiumicino, sarà protagonista nel 2018 di lavori di ristrutturazione, dal 26 Febbraio al 15 Marzo compresi, riaprendo quindi il 16 Marzo ed individuando nel mercoledì la nuova pausa settimanale.
L'obiettivo – rivela Lele Usai – è alzare l'asticella della qualità al Tino, riducendo il numero di tavoli da 12 a 8 ed aggiungendo una cucina a vista in sala, un modo per migliorare l'esperienza dei clienti, che mi vedranno, insieme alla mia brigata, quasi fossimo in un acquario di vetro che si affaccia sulla sala. Inoltre, la nuova conformazione del Tino mi permetterà di uscire di più dalla cucina, una cosa che amo fare e che mi consente di relazionarmi con il mio cliente, di coccolarlo.
La struttura, che ospita sia l’insegna stellata che la seconda tavola dello chef laziale, attualmente vede al piano inferiore un ingresso comune che si apre sul QuarantunoDodici - il ristorante con cucina di mare guidato dallo stesso Usai - e che permette al cliente di arrivare a Il Tino dopo aver attraversato una seconda porta, che introduce nel mondo della cucina fine dining.
La scelta di separare gli ingressi del Tino e del QuarantunoDodici nasce per la nostra volontà di “raddoppiare” la proposta serale – dice Nico Stillitano, collegamento tra l'anima nautica e quella ristorativa di Nautilus – Da quando riaprirà il Tino, infatti, i nostri clienti potranno scegliere se vivere l'esperienza stellata della cucina di Daniele ai massimi livelli, o se godersi una serata meno impegnativa, con la garanzia comunque della firma di Daniele e di materie prime di alta qualità. Da un lato la cucina fine dining, dall'altro la cucina di mare fatta come si deve.
Tre quindi sono i grandi cambiamenti in programma per Il Tino, che permetteranno ai clienti di vivere un’esperienza ancora più esclusiva in quello che oggi è un’insegna unica nel suo genere, con una struttura e degli arredi che permettono di perdersi nel contesto nautico circostante.
Il ristorante con una Stella Michelin da Marzo avrà un ingresso separato, grazie alla costruzione di una scala esterna che farà arrivare il cliente in un primo ambiente dedicato all’accoglienza per poi accedere alla sala.
Verranno divise le cucine dei due ristoranti, per creare una cucina a vista al piano superiore che permetta allo stesso chef diavere un occhio in sala e stringere una migliore sinergia con chi si siede ai sui tavoli.
Infine sarà ridotto il numero di tavoli de Il Tino, che passeranno da 12 a 8.
Con Nico e Stefano abbiamo deciso di creare una struttura incentrata sul cliente, riducendo il numero di coperti ed aumentando il focus sulla cucina, che fino ad ora nessuno poteva vedere, trovandosi al piano inferiore - racconta chef Usai - E' un grande investimento che vale la pena affrontare per rendere l’esperienza dei nostri clienti ancora più unica.
In parallelo a questo cambiamento, un’altra importante innovazione: il ristorante QuarantunoDodici sito al piano inferiore, fino ad oggi aperto dalla colazione al pranzo, a partire dal 27 Febbraio estenderà la sua proposta anche al servizio serale, operativo tutti i giorni della settimana.
La cucina di mare del QuarantunoDodici rappresenta la versione pop dei piatti dello chef Usai, con idee legate al territorio che trasportano in cucina ingredienti e profumi locali valorizzandoli da tocchi creativi che si spingono oltre i confini della zona.
Sarà quindi possibile godere di un pranzo e di una cena all’aperto a bordo fiume oltre che nell’ampio e luminoso spazio interno dalle grandi vetrate che permettono al cliente di sentirsi fra le barche ormeggiate sulla sponda del Tevere.