L’Orto di Lume rappresenta un progetto architettonico e decorativo, nato nel 2017, che ha lo
scopo di sottolineare ed esprimere due parole chiave che si legano alla filosofia del ristorante e
dello chef Luigi Taglienti: eredità & evoluzione.
Questi due concetti si fondono tra di loro e
si raccontano attraverso gli arredi e i colori che caratterizzando questo spazio esterno di 160
mq: una grande struttura total white a forma di voliera del XIX secolo, le decorazioni sui muri
e i sanpietrini del pavimento nel giardino sono elementi legati al passato rivisitati in chiave
moderna, immersi nelle avvolgenti tonalità bianche grigie e verdi.
Un’oasi di verde e profumi che sorge lontana dalla frenesia milanese, in una zona periferica
recuperata e fatta rivivere attraverso un progetto di riqualificazione di un ex area industriale,
volto a legare questo luogo al tessuto urbano odierno, mantenendo un equilibrio tra patrimonio
storico e contemporaneità.
Il concetto che vuole infatti esprimere l’originale dehors passa
attraverso tre punti chiave: il richiamo al passato, raccontato in grande stile dalla gabbia
ottocentesca rivisitata in dimensioni macroscopiche e da tutti gli altri elementi d’arredo pensati
ed utilizzati per personalizzare lo spazio; l’attenzione al presente, rappresentata dall’area
esterna che al posto di essere un normale giardino è invece un autentico orto costituito da tutti
elementi eduli; lo sguardo rivolto al futuro, caratterizzato da un nuovo spazio verde in città,
dove è possibile degustare una cucina di alta qualità che intende sostenere un concetto nuovo,
un linguaggio comune rappresentato dalla memoria dei sapori che ripone però, sempre una
forte attenzione alla contemporaneità.
L’architetto Monica Melotti, Chief Design Officer di MB America, commenta così l’ispirazione
che l’ha guidata nella progettazione de L’orto di Lume, “Da Lume il nostro obiettivo è quello di
regalare agli ospiti un’esperienza indimenticabile ma vogliamo anche incoraggiarli a ricordare
il ruolo vitale della memoria per il presente e per il futuro. Ho voluto far rivivere in un distretto
metropolitano periferico quei pranzi e cene che nel passato di molti italiani si svolgevano nel
tradizionale cortile di casa della nonna. Molti degli elementi che ho scelto ricordano esattamente
questo ma sono stati reinterpretati, come i vasi tipicamente color terracotta qui dipinti di bianco,
un giardino con piante eduli invece che fiori e la voliera ottocentesca.”
Erbe ed alberi da frutto circondano lo spazio de l’orto di Lume,una contaminazione di sapori e profumi che rappresentano brio, velocità,
forza a freschezza e che ricordano allo chef Luigi Taglienti, la sua amata Liguria.
L’Orto di Lume ospita fino a quattro tavoli da quattro persone ciascuno ed è possibile degustare
gli stessi menù proposti nelle sale interne, vivendo però un’esperienza sensoriale immergendosi
a 360 gradi nella natura.