Peppe Guida

È il 1992 quando Peppe Guida, dopo un lustro di esperienze tra Bermuda, Londra e Costiera, occupa e trasforma due camere della casa paterna a Vico Equense - dov’è nato - nel suo primo ristorante. Lo chiama con il nome della madre, Nonna Rosa per tutti, e inizia proponendo pizze, spiedo e cucina tipica. Il successo è immediato, ma quel format che piace tanto ai suoi clienti gli sta subito stretto, capisce che è un freno a quello che ha in mente di fare. A cavallo tra il 1998 e il 1999 elimina la pizza e dà sempre più spazio al territorio e alla tradizione, valorizzandoli con nuove stoviglie e tovagliati e un’atmosfera da vero ristorante. Ma durerà poco. C’è un modello, in Costiera, che ha rivoluzionato la ristorazione del Sud: si chiama Don Alfonso, nel 1997 ha già guadagnato la terza stella Michelin (la manterrà sino al 2001, per conservarne due sino a oggi) portando a tavola la semplicità della dieta mediterranea e impreziosendola con tovagliati di lino, calici di cristallo e spazi disegnati in ogni minimo dettaglio. È a questo modello che Peppe fa riferimento quando, nel 2003, opera l’ennesimo upgrading dell’Osteria “asciugando” il numero delle proposte in carta e cominciando a fare ciò che avrebbe sempre voluto: trasformare in piatti di alta cucina gli ingredienti più semplici, rinunciando a virtuosismi tecnici ed elaborazioni troppo complesse. Solo “prodotto e manico”, quindi, ovvero maestria, esperienza e sensitività. Una rivoluzione che non passa inosservata. La stella Michelin arriva, inattesa, nel 2007: ad annunciarlo, tra lacrime di gioia mista a incredulità, è Lella, moglie di Peppe, prematuramente scomparsa nel 2019. Quel riconoscimento è un fulmine a ciel sereno, ma propizio [...].

<sub>Ph: Lido Vannucchi

Anteprima di Peppe Guida di Danilo Giaffreda su ItaliaSquisita 47.</sub>