Milano food week: dal 7 al 13 maggio il “fuorisalone del gusto”

Tema della nona edizione sarà il “carrello della spesa”, declinato tra cucine tematiche, racconti di cibo, show-cooking di grandi chef e una campagna solidale per aiutare i milanesi in difficoltà
Sette cucine tematiche disseminate per la città, tante quante i giorni di durata dell’evento. Circa 40 chef tra gli chef più rappresentativi del panorama italiano coinvolti nei vari “storycooking” e incontri pubblici gratuiti inseriti nel fitto calendario. Quattro ONLUS impegnate in una raccolta di generi alimentari in favore delle fasce disagiate della popolazione che avrà luogo in 2 weekend (5-6 e 12-13 maggio) in 9 supermercati PAM di Milano e uno di Rozzano. Questi alcuni numeri della nona edizione della MILANO FOOD WEEK(www.milanofoodweek.com),il “fuorisalone del gusto”, organizzato da Lievita, che avrà luogo dal 7 al 13 maggio prossimi.

Stamani, al Brian & Barry Building di via Durini, uno degli headquarter della manifestazione, l’Assessorealle Politiche Sociali, Abitative e Disabilità e l’Assessore al Turismo, marketing territoriale e moda della Regione Lombardia, nonché il Prof. Vincenzo Russo (Professore Associato in Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso l’Università IULM e Direttore Scientifico del Master in Food& Wine Communication) e Roberto Zaccardi (General Manager di Brian & Barry), moderati dal patron Federico Gordini(Co-founder& Creative Director di Lievita, parte di SG Company S.p.A.), sono intervenuti alla presentazione del ricco palinsesto di iniziative in cui si articolerà la MILANO FOOD WEEK. Comune denominatore sarà quest’anno il “carrello della spesa”, che diventerà per l’occasione un mezzo utile per spostare il focus della manifestazione dalla cucina all’alimentazione, dando spazio allo storytelling dei prodotti che i vari target coinvolti ripongono al suo interno quotidianamente.

“Il carrello– ha spiegato Gordini, ideatore e presidente di MILANO FOOD WEEK - rispecchia le nostre abitudini, i nostri gusti, il nostro stile di vita e rappresenta quindi uno spunto di riflessione sui consumi del pubblico, in quanto accomuna tutti, dagli chef alle casalinghe, passando per i manager e gli studenti, solo per fare qualche esempio. In più, può trasformarsi anche nello strumento per aiutare concretamente chi è in difficoltà. A Milano, di pari passi con il numero dei ‘foodies’, cresce a vista d’occhio anche quello dei poveri: una fascia composta da nuove categorie sociali, dai pensionati con la minima ai padri separati, a chi si trova in una situazione occupazionale saltuaria. Una problematica presidiata dallo straordinario lavoro di alcune associazioni e dei loro volontari, che abbiamo sentito il dovere di supportare”.

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