LA STORIA
La storia di Martina Caruso è un pendolarismo dai tempi dilatati tra Salina e la terraferma, tra l’estate sull’isola e quattro mesi all’anno passati a viaggiare:”Giro per manifestazioni e ristoranti, imparo dalle persone e dagli abbinamenti dei piatti. Mi piace essere sempre in movimento”.
A Salina è nata e cresciuta, una di quei 3000 abitanti che d’estate subiscono la pacifica e rumorosa invasione di turisti da ogni parte del mondo. La famiglia Caruso li ospita all’Hotel Signum, che è nato trent’anni fa grazie al padre e alla madre di Martina, che allora erano rispettivamente un impiegato e una psicologa. Una sfida azzardata e testarda che ha fatto crescere Martina «nella famiglia dell’albergo. Il Signum è costruito ‘a blocchi’ in stile eoliano e abbiamo una clientela che torna ogni anno: è come stare in un paese».
Dopo un’infanzia dentro e fuori la cucina, con il padre che le passa cucchiai di sugo da assaggiare e frammenti di tradizione siciliana da mandare a memoria, iniziano gli studi all’alberghiero a Cefalù. Seguono diversi stage, di cui il più formativo è quello alla Torre del Saracino da Gennaro Esposito: «Anche se veniamo da due regioni
diverse, quella è la mia cucina: il calore del Sud e del Mediterraneo. È stato come tornare a casa».
Quando a casa è tornata davvero ha sostituito il padre alla guida del ristorante del Signum: «Da due anni non faccio più stage, viaggio solo armata di taccuino e penna». A dicembre dell’anno scorso è arrivata la stella Michelin.