Scopri di più sul numero 30 di Italia Squisita
In giro per Napoli con la passione del buon cibo
La regina del gusto italiano nel mondo vista da tre paia di occhi “eccellenti”.
Raccontare Napoli in termini culinari è tracciare il ritratto e il percorso della tradizione italiana più riconosciuta e riconoscibile al mondo. Napoli vive oggi un interesse turistico senza precedenti: il basso costo della vita unito al fascino di un’esperienza di “italianità verace” la rendono una meta ambita e accessibile ai viaggiatori di tutto il mondo. Città affascinante e ricca di storia, ogni angolo e vicoletto, stretta scalinata, piazza, “cortile” e bottega disegnano il reticolo di un volto che esiste da secoli e da secoli si affaccia al mondo, senza mai dimenticare ciò che è e ciò che è stato. Un patrimonio inestimabile e prezioso quello legato alla cucina, attraverso cui delineiamo gran parte della nostra identità culturale e ne facciamo vetrina da “degustazione” offrendola ai palati di tutto il mondo. L’affermazione non vale solo nella capitale partenopea, ma è qui che trova vero riscontro e significato. Se spesso la cucina tradizionale è raccontata in forma modificata e “comprensibile” per il gusto straniero (pensiamo al comune stravolgimento della cucina giapponese e cinese tradizionale in Italia) a Napoli succede tutto l’opposto. Forte del riconoscimento internazionale dell’arte culinaria partenopea e forte della ricchezza di un territorio generoso, la cucina campana è, tutt’oggi, ricercata e desiderata per ciò che è, nella sua tradizione più pura e genuina e nei suoi sapori e fragranze indimenticabili. Ieri come oggi, le cucine partenopee si avvalgono di un “doppio asso nella manica”: non sono solo le ricette e le preparazioni a renderle ciò che sono, ma la collaborazione a doppio fi lo tra la ristorazione e una rete di produttori che da sempre si confronta con chi delle materie prime fa uso. Chef e produttori, attraverso dialoghi e stretti rapporti che continuano di generazione in generazione, crescono insieme arricchendosi di sapienza ed esperienza reciproche che li rendono gli “ambasciatori del gusto” italiano agli occhi del mondo. È una storia che inizia nelle cucine di famiglia dove si sussurrano i segreti delle ricette di pizza e scarola, del ragù che si prepara in sette ore; che nasce nei campi del fravularo (colui che raccoglie le fragole nelle campagne di periferia e le porta in città), nel grano raccolto e selezionato, anno dopo anno, fino ad elaborare la miscela di farina per pizza più pregiata ed utilizzata al mondo. Cambiano i protagonisti, ma non la genuinità delle materie prime e delle lavorazioni tradizionali. È una ricchezza umile e orgogliosa, riconosciuta appieno e magnificata: risale giusto allo scorso dicembre il riconoscimento della pizza napoletana come patrimonio dell’Unesco ed è negli ultimi anni che le personalità della ristorazione vedono riconosciuto appieno il valore di un sapere antichissimo e protetto nella sua originalità attraverso il tempo. Napoli, quella di ieri come di oggi, la raccontano tre grandissime personalità del gourmet partenopeo e simboli dell’alta ristorazione, pizzeria e pasticceria. Le loro prospettive ci offrono un ritratto gastronomico della città e delle perle del suo territorio a 360°.