Ristoranti
I primi Vent’anni de La Credenza
Si festeggiano i Vent’anni di uno dei ristoranti gourmet del Piemonte: La Credenza a San Maurizio Canavese.
Sono passati 20 anni da quando La Credenza ha aperto le porte alla passione per l’alta cucina e martedì 22 febbraio Giovanni Grasso e Igor Macchia hanno voluto festeggiare questo importante traguardo, o meglio tappa, in una fase evolutiva sempre in divenire. La Credenza è uno dei ristoranti in Piemonte dedito alla cucina gourmet, è un gioiellino incastonato in un paese a pochi chilometri da Torino, San Maurizio Canavese. Il locale brilla nel contesto solo a osservarlo dall’esterno, e poi, quando si entra, ci si astrae completamente dalla realtà provinciale esterna, perdendosi in un spazio atemporale. In questa Credenza sono riposti accoglienza e calore, come il legno vivo e avvolgente che riveste le pareti della sala principale, i muri sono candidi e colpisce il giardino di eco orientale. Dall’ambiente emergono la personalità e la tipicità in ogni dettaglio, dallo spassoso “puzzle fotografico” che racconta l’evoluzione negli anni dei componenti della brigata a partire da Giovanni e Igor, alla nuova sala, semplice e pulita nella sua raffinatezza, con un tocco di fervente passionalità dato da un grande quadro color rosso fuoco stagliato sullo sfondo come un grande sole.
La festa ha preso avvio con un aperitivo a base dell’ancestrale pane di Eugenio Pol e affettati misti, per decollare poi con una girandola di finger food che comprendeva Capesante marinate con miele e limone, Storione con polenta e zucchine in carpione, Gamberi fritti con pasta kataify, Cannoncini ripieni di salame di turgia (salame di mucca tipico della zona), il tutto accompagnato da uno Spumante Metodo Classico Batasiolo 2006. Il piatto cult: un risotto mantecato ai peperoni con clorofilla di prezzemolo e acciughe. E poi si ha addentato la consistenza dell’alta cucina del territorio nella sua veste moderna, con una serie di piatti a base di lingua, bollito e “bagnett”, carne di Fassone cruda: materia prima ottima esaltata dalla creatività di Igor Macchia. Il percorso degustativo è terminato con un guizzo di florida genialità nella composizione dei dessert, dal Bacio di Dama destrutturato, alla Mousse di cioccolato e creme brulé all’arancia, dal Tiramisù (il mascarpone sostituito una spuma di latte leggera) al gelato alle fave di tonka del gelatiere Alberto Marchetti.
I risultati raggiunti da questa formidabile coppia sono solo un archivio di esperienze che proiettano al futuro in una fase di crescita alimentata dalla passione e dalla professionalità di entrambi e di tutta la brigata che li supporta. Per lo chef Igor Macchia, lì da 17 anni, “sono stati anni impegnativi, ma guardo al futuro con fiducia, puntando sull’eccellenza degli ingredienti, sulla passione e sulla bravura del team”. Per Giovanni Grasso, che ha passato il testimone al suo più giovane collaboratore per stare in sala dove si impegna a raccontare la loro cucina, questi 20 anni “sono stati come 20 anni di matrimonio, tra gioie e dolori, con un risultato positivo. L’obiettivo dev’essere sempre quello di innovarsi”. Anche lui ottimista, ripone tutta la fiducia nei suoi ragazzi che hanno voglia di fare e che crescono condividendo e potenziando il progetto delle due guide.
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