L’hotel Hassler in pieno cambiamento: Francesco Apreda sta per lasciare l'Imàgo dell'hotel Hassler. Le voci fra i corridoi di piazza della Trinità dei Monti sembrano confermare la notizia.
Non si conoscono ancora le motivazioni della decisione, ma se ne parla ormai in modo insistente: lo chef Apreda dovrebbe lasciare la cucina dell'Imàgo tra circa tre mesi e approdare in una struttura luxury del centro di Roma. Sembrerebbe papabile come nuova sede quella del The Pantheon Iconic Rome Hotel, ma le conferme ufficiali non sono ancora giunte.
Nei prossimi mesi dovrebbe quindi consumarsi un addio importante nel ristretto mondo dell'alta cucina romana. Dopo l'esperienza di Londra - da Gavroche dello chef Michel Roux e poi all'Ibla e al Green Olive - Apreda ha passato tre anni in Giappone, quando lo stesso Hotel Hassler lo chiamò a gestire il ristorante Cicerone a Tokyo. Dal 2003 è al timone della cucina del panoramico ristorante del centro di Roma. Un indirizzo che dal 2004 conta una stella nella guida Michelin.
In merito, il proprietario e direttore generale dell'Hassler Roberto E. Wirth, ha dichiarato: “Sono fermamente convinto che Imàgo ha tutte le competenze di affidare, come sempre, a del personale di alto livello la gestione della cucina, per dirigerla nuovamente con l’eccellenza che ci ha da sempre contraddistinto. Pertanto, Imàgo continuerà il suo percorso riservando ai suoi clienti una grande sorpresa. Nella gastronomia di alto livello è sempre necessaria una fase di transizione, che porti alla crescita personale di ogni collaboratore verso nuove esperienze professionali. Ritengo, infatti, che per la carriera dello Chef Apreda sia indispensabile un trasferimento per accrescere la sua consolidata esperienza nel ristorante Imàgo, dove lui si è formato professionalmente fin dalla tenera età. Credo che tutti abbiano il diritto e l’opportunità di crescere nell'interesse sia degli imprenditori che dei collaboratori”.
“Imàgo, dal latino immagine, visione e sogno, rappresenta la mia visione, il mio sogno e continuerà il suo percorso offrendo grandi sorprese” conclude Roberto Wirth.