Ristoranti
Ristoranti Milano? Il FoodArt di Matteo Torretta
Tra i ristoranti a Milano, il FoodArt di Matteo Torretta è un semplice e gustoso viaggio nell’alta cucina. Spazio alla giovane intraprendenza.
A volte mi sale un languorino su per l’ugola, come se la voglia di mangiare cucina creativa fosse una droga di cui non posso fare veramente a meno. Che fare? La scelta cade opportunamente sul nuovo ristorante di Matteo Torretta, il FoodArt a Milano. Capperi che gioiellino sui Navigli! Anche il saggio e gentile giornalista Alex Guzzi bazzica queste mense, vuol dire che la serata si prospetta interessante… Cucina a vista, pochi tavoli, atmosfera beata e sbarazzina. Design ricercato ma senza le eccessive elucubrazioni milanesizzate. Passiamo al succo portante: lo show-cooking torrettiano. Gambero rosso crudo, polvere nera di liquirizia e olive, aria di Parmigiano, gocce di bisque, dadini di gelatina di aceto di Xeres e foglia ostrica: mi son sentito un milanese al mare, tra lettini e tuffi dagli scogli. Matteo Torretta ha deciso di iniziare con le Olimpiadi di nuoto. Piatto amaro e dolciastro, in felice copula. Mi arriva un Conchiglione gigante Gerardo di Nola al dente alla carbonara con crema di patate al prezzemolo: sapidità fiabesca, sembra un’opera del Marchese del Grillo (romanità, scherzosità e aristocrazia papillare). Attimo di pausa riflessiva davanti alle bollicine, servite dal sornione e gentile Julian Parra, maitre di nuovo stampo (giovane, scherzoso e preparatissimo).
Giunge come un tuono a ciel sereno il Sandwich di capasanta con cime di rapa fritte e in crema: un gusto tra il cinese e il pugliese, un amore agli antipodi del pianeta che si riunisce a Milano, al FoodArt sui Navigli. Un piatto intrigante, che trasforma le sembianze delle beneamate cime di rapa. Ma adesso arriva il sublime: Spaghetti di Gragnano affumicati in diretta con ricci di mare crudi e piccoli cubetti bianchi di acqua di pomodoro. Un delirio scenografico: il piatto viene svelato dalla cloche di vetro offuscata dal fumo come un palcoscenico viene smascherato dall’aprirsi del sipario. Un delirio della gola, persistenza infinita, ittico e affumicato che trotterellano insieme, mano nella mano su un prato fiorito. Un piatto viscerale, che ha pervaso il mio cervello di amore per il prossimo. Il prossimo in questione è Matteo Torretta. Poi l’Ombrina ai due cavolfiori (delicata passeggiata sulla bianca luna) e un iper soffice Brasato di guanciale di vitello con purè di patate (tradizione riassunta in modo eccelso). Anche se non mi piace il caffè, concludo con un Tiramisu caldo. Ho fatto un elegante strappo alla regola. Matteo Torretta si è finalmente liberato dai capi e insieme al socio Andrea Cova ha creato un luogo giovane, creativo, spiritoso, informale, frizzante e terribilmente buono. Abbasso le formalità, largo alla fantasia e all’intraprendenza della nuova generazione di chef milanesi. Ristoranti Milano? Il FoodArt di Matteo Torretta. www.foodartrestaurant.com
Foto by ViaggiatoreGourmet