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Ristoranti Michelin, su o giù?

Come ogni anno il momento più importante per gli chef d'autore è giunto al suo culmine: l'assegnazione delle nuove stelle Michelin. Oggi, martedì 24 novembre 2009, è stata presentata la nuova Guida Michelin 2010 (guida ristoranti). C'è chi scende, c'è chi sale, c'è addirittura chi raggiunge l'Olimpo della ristorazione d'eccellenza, ma alla fine il brusìo degli spettatori è sempre quello, eclatante e rumoroso. Siamo tutti d'accordo per le tre stelle a Brusaporto dalla famiglia Cerea, e per le due stelle assegnate alle due cucine capolavoro di Pino Cuttaia de La Madia a Licata ed Enrico Crippa di Piazza Duomo ad Alba (CN). Poi l'Antica Corona Reale di Cervere (CN), Il Pellicano di Porto Ercole (GR), Met dell'Hotel Metropol di Venezia e il Trenkerstube di Tirolo (BZ): tutti insieme appassionatamente con due stelle nel cassetto. E i neofiti dell'entusiasmo da prima stella? Andreini di Alghero (SS), Kleine Flamme di Vipiteno (BZ), Ortica di Bedizzole (BS), Maxi di Vico Equense (NA), Roof Garden di Bergamo, Vicolo Santa Lucia di Cattolica (RN), L’accanto di Vico Equense, Baldin di Genova, Hotel Cinzia a Vercelli, Al Vigneto di Grumello del Monte (BG), Osteria del Pomiroeu di Seregno (MI), Sissi di Merano (BZ), Antonello Colonna e Glass Hostaria di Roma, Castel Fragsburg di Freiberg (BZ), La Fenice di Ragusa, Le Robinie di Montescano (PV), La Meridiana di Piove di Sacco (PD), Caffè Le Paillotes di Pescara, Hostaria del Mare a Modena, Il Piastrino di Pennabilli (PU), La Fornace di Barbablu di Noli (SV) e La locanda di Bu di Nusco (AV). Siamo molto contenti per coloro che hanno sudato per conquistare le stelle ma siamo altrettanto contenti di vedere molti altri chef che, nonostante la Guida Rossa non li consideri proprio, continuano a esplorare la cucina italiana in ogni suo meandro, scegliendo le materie prime personalmente, applicandosi per utilizzare le nuove tecniche ed elevare il prodotto Made in Italy ai massimi livelli. Prima o poi qualcuno di importante si accorgerà di loro e li premierà meritatamente. Spiace vedere i fratelli Tamani de L'Ambasciata di Quistello privati di una stella, quando il loro zelo nell'applicare le ricette del Mantovano è più che sublime. Spiace ma è comprensibile vedere Ezio Santin fuori dal giro per propria scelta, stanco, come lo fu Gualtiero Marchesi, dell'ansia da prestazione nei confronti degli ispettori più temuti d'Italia. Checchè se ne dica e se ne pensi, Fausto Arrighi e il suo staff hanno creato anche quest'anno il proverbiale pathos delle stelle, quello che fa sorridere e piangere con la stessa intensità emotiva.
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