
Ristorante La Stua de Michil di Michil Costa in provincia di Bolzano
È uno dei grandi ristoranti altoatesini quello di Michil Costa: una stella Michelin, 89 punti del Gambero Rosso e 15 dell’Espresso. E il rito del cibo da lui è veramente un’esperienza unica, che comincia con la simpatia del maitre Manuel Dellago che in guanti bianchi, ti fa accomodare al tavolo impeccabilmente apparecchiato e subito dopo ti porta il pane fatto in casa con due ciotoline di burro di malga, una anche con le noci.
Poi arriva il sommelier Merch Pescollderungg con una carta dei vini veramente ricca di etichette. Impossibile sbagliare con una tale scelta e con i suoi suggerimenti. Mentre decidi ecco arrivare un calice di champagne con deliziosi antipastini, come la variazione di topinambur in tre consistenze.
E poi un trionfo di finferli, di caprioli, di camosci, di trote, di mele, di mirtilli…..perché qui la cucina ha radici solide nella tradizione gastronomica ladina e tirolese, ma riesce anche a stupire. Il motto dello chef Spicocchi è “innovare nella tradizione”.
Marchigiano di nascita ma da oltre quattordici anni in Alto Adige, Spicocchi è un tipo riservato che non ama essere al centro dell’attenzione, ma in cucina è davvero molto bravo e come dicono certi critici famosi “ha una mano assolutamente felice e pulita”.
Soprattutto nei piatti classici della Stüa come l’aromatico “Miss Piggy”, che è un filetto di maialino affumicato, spuma di patate e rafano crescione, e lo sfizioso risotto di Yoghi all’aglio orsino, un carpaccio di lardo e finferli. Ma anche nella pasta del boscaiolo fatta con maccheroncini freschi, porcini, ricotta e cavolo rapa e nel “Cà Moscio” Don Giovanni, una sella di camoscio in crosta di pan di spezie e rape.
I dessert sono tutti favolosi, dai mini canederli ai lamponi croccanti fuori e morbidissimi dentro al mitico strudel destrutturato a forma di raviolo, con due sottilissime fettine di mela che racchiudono all’interno l’essenza del gusto dello strudel. Prima di andarsene impossibile non fare una visita alla cantina, meglio se accompagnati da Michil Costa.
La cantina “Mahatma Wine” è un’idea di Michil, nata dalla sua passione per il vino e per la musica e concepita non come un percorso estetico ma come un luogo dove riposano nettari divini. «Il nome – ci spiega - deriva dal Mahatma Gandhi e signifi ca Grande Animo.
Perché il vino pulsa, il vino è vita, il vino è gioia, ha un’anima e comunica in modo semplice ed essenziale. Non ha bisogno di parole per esprimere tutta la sua bontà. Le musiche, gli uccellini, i pavimenti ondulati, la terra. Tutto fa parte del Mahatma Wine. Di una cantina che vive, perché il vino stesso che vi dimora è vivo».
Poi arriva il sommelier Merch Pescollderungg con una carta dei vini veramente ricca di etichette. Impossibile sbagliare con una tale scelta e con i suoi suggerimenti. Mentre decidi ecco arrivare un calice di champagne con deliziosi antipastini, come la variazione di topinambur in tre consistenze.
E poi un trionfo di finferli, di caprioli, di camosci, di trote, di mele, di mirtilli…..perché qui la cucina ha radici solide nella tradizione gastronomica ladina e tirolese, ma riesce anche a stupire. Il motto dello chef Spicocchi è “innovare nella tradizione”.
Marchigiano di nascita ma da oltre quattordici anni in Alto Adige, Spicocchi è un tipo riservato che non ama essere al centro dell’attenzione, ma in cucina è davvero molto bravo e come dicono certi critici famosi “ha una mano assolutamente felice e pulita”.
Soprattutto nei piatti classici della Stüa come l’aromatico “Miss Piggy”, che è un filetto di maialino affumicato, spuma di patate e rafano crescione, e lo sfizioso risotto di Yoghi all’aglio orsino, un carpaccio di lardo e finferli. Ma anche nella pasta del boscaiolo fatta con maccheroncini freschi, porcini, ricotta e cavolo rapa e nel “Cà Moscio” Don Giovanni, una sella di camoscio in crosta di pan di spezie e rape.
I dessert sono tutti favolosi, dai mini canederli ai lamponi croccanti fuori e morbidissimi dentro al mitico strudel destrutturato a forma di raviolo, con due sottilissime fettine di mela che racchiudono all’interno l’essenza del gusto dello strudel. Prima di andarsene impossibile non fare una visita alla cantina, meglio se accompagnati da Michil Costa.
La cantina “Mahatma Wine” è un’idea di Michil, nata dalla sua passione per il vino e per la musica e concepita non come un percorso estetico ma come un luogo dove riposano nettari divini. «Il nome – ci spiega - deriva dal Mahatma Gandhi e signifi ca Grande Animo.
Perché il vino pulsa, il vino è vita, il vino è gioia, ha un’anima e comunica in modo semplice ed essenziale. Non ha bisogno di parole per esprimere tutta la sua bontà. Le musiche, gli uccellini, i pavimenti ondulati, la terra. Tutto fa parte del Mahatma Wine. Di una cantina che vive, perché il vino stesso che vi dimora è vivo».