Mariangela Susigan: la chef autodidatta della provincia di Torino

Cosa può desiderare un cliente da un ristorante stellato? Grazia, eleganza, cibi sopraffini, abbinamenti pensati e soprattutto, forse, una storia. La storia di quella materia prima e della tradizione che nei secoli l'ha lavorata e messa in tavola.

Se siete così a caccia di racconti, di piccole immersioni culinarie che hanno un significato tutt'altro che improvvisato, allora il ristorante “Gardenia” di Mariangela Susigan è il posto che fa per voi.

Cresciuta tra sala e cucina, Mariangela, poco più che ventenne, capisce subito quale sarebbe stato il suo lavoro: «Mia mamma riusciva a cucinare qualsiasi pietanza senza mai una ricetta sotto mano. Che fosse un coniglio al civeto degli gnocchi alla romana, lei andava sempre ad occhio, mi faceva impazzire! Io le stavo dietro, cercando di vedere cosa facesse, come preparasse gli ingredienti. Così ho imparato quello che so».

Anno dopo anno, per Mariangela la curiosità - che è uno dei miei pregi - dice sorridendo diventa passione. E anche lei si mette ai fornelli, dopo alcuni stage di primo piano come quello da Santini. «Mi ero resa conto che in cucina riuscivo ad esprimermi in modo immediato. Avevo voglia di provare, provare, provare».

Era la prima metà degli anni '80. In Italia arrivava rombando la nouvelle cuisine, il pubblico cambiava, i ristoranti sembravano pronti a dimenticare le vecchie regole. «Io sono stata un'autodidatta in tutto.

In quel periodo sceglievo dei temi da portare avanti, dal pesce ai dolci, e mi spaccavo la testa finché non riuscivo a tirar fuori qualcosa di eccezionale con le materie prime che avevo a disposizione» racconta.

Per Mariangela si trattava di andare oltre la tradizione: provare nuovi metodi di cottura, rendere il piatto esteticamente perfetto, accostare sapori diversi: «Per un periodo al ristorante abbiamo avuto due menu: quello classico della mamma e il mio, su cui iniziavo a sperimentare le mie scoperte».

Poco dopo, diventata nonna a tempo pieno, Assunta ha lasciato la cucina a Mariangela. Che ha iniziato così a mettere la “Gardenia” nella direzione che le è valsa la stella Michelin.

Quando non abbandona la sua amata cucina per andare alla ricerca di formaggi d'alpeggio o primizie spontanee, Mariangela si allontana per incontrare i suoi colleghi in qualche incontro internazionale.

Come l'ultimo viaggio ad Hong Kong, dove oltre ad aver fondato una bella amicizia con lo chef Marco Furlan, non ha mancato di farsi riconoscere: «Volevo cucinare un mio piatto di carne aromatizzato al fieno. Così come bagaglio a mano in aereo mi sono portata due balle di fieno. Che faccia hanno fatto quelli dell'aeroporto!».

Hong Kong, New York, e molte altre mete: Mariangela è abituata a portare la cucina piemontese e i suoi piccoli produttori nel mondo: «Io sono una nomade. Adoro viaggiare, mi serve per mantenere viva la mia attività, trovare nuovi spunti per innovare. E poi ci si diverte un mondo: per noi italiani è facile riconoscerci ovunque, condividiamo la vita quotidiana ed entriamo subito in sintonia, anche se non ci siamo mai conosciuti».

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