Il ristorante di Akio Fujita con la consulenza di Davide Oldani a Venezia

Ci sono due modi per entrare al ristorante: direttamente dal Canal Grande, scendendo da un lussuoso motoscafo oppure da una stretta viuzza e altrettanto anonima porticina.

Entro da lì e con pochi passi sulla ghiaietta curatissima sono nella storia: il resort di lusso all’interno del cinquecentesco Palazzo Papadopoli, ancora abitato dalla famiglia che ne occupa l’ultimo piano, ospita al primo piano il ristorante dove l’executive chef Akio Fujita è affiancato da circa un anno dallo chef Davide Oldani nel ruolo di “consulente culinario creativo”.

Risultato? Otto piatti in carta che cambiano durante l’anno e che arricchiscono il menu del ristorante veneziano. Prima di accomodarci al ristorante ci inebriamo nell’atmosfera del palazzetto, con il suo giardino interno affacciato sul canale, un’oasi di frescura e silenzio dove prendere un tè, un aperitivo oppure un piatto veloce. 

Al ristorante si accede attraverso un imponente scalone, che introduce nella meravigliosa ballroom interamente affrescata: è il luogo onirico tra le due sale “à manger” e il bar. L’atmosfera è veramente avvolgente. Akio ci accoglie con il sorriso gentile e diretto, tipico del popolo giapponese, e subito sento che farà di tutto perché la cena sia una grande esperienza.

Il menu mixato da Akio e Davide Oldani è un’alchimia di sapori e presentazioni accurate. Tra gli antipasti sicuramente merita un’attenzione particolare il Cotto-crudo, morbido-croccante, acido-basico: piselli di Davide Oldani.

Intrigante poi è la presentazione de la Ribollita Aman di Akio Fujita, mentre sono deliziosi sia il Gabilo confit di Akio che il Trancio di rombo di Davide, due interpretazioni del mare assolutamente equilibrate. Come non finire con il Tiramisù bianco di Oldani? Impossibile resistere.

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