Si è scritto tanto, si è descritto tanto, si è sorseggiato ancora di più, ma queste uve nebbiolo, maturate nei 11 comuni vocati, affinate e invecchiate per minimo 38 mesi, diventano un vino che è molto più della somma dei passaggi tecnici: un’ineffabile seduzione.
L’asta conta circa sessanta lotti che potranno essere esaminati da collezionisti, winelovers ed esperti di tutto il mondo. I lotti verranno presentati e battuti a rialzo da Giancarlo Montaldo, ideatore dell’asta.
L’asta del Barolo 2019 ha ottenuto l’alto Patrocinio del Parlamento Europeo e come di consueto il ricavato verrà devoluto in beneficenza alla Onlus 1Caffè.
Ecco alcuni dei pezzi introvabili e di grande interesse per gli esperti:
un Monfortino Riserva del 1961 di Giacomo Conterno, due bottiglie di Barolo Bartolo Mascarello del 1964 e 1967, un Giacomo Borgogno riserva del 1947, un Fontanafredda del 1959 e tante altre bottiglie uniche che raccontano un’importante storia attraverso annate e stili di vinificazione che sono stati punti di svolta per giungere al Barolo di oggi.