“Anche se non mancavano gli appartenenti alla 'vecchia guardia' – conferma Claudio Riva, presidente di Whisky Club Italia – abbiamo visto con piacere una grande partecipazione da parte di persone che si sono appassionate a questo mondo solo negli ultimi 24 mesi, probabilmente anche durante il periodo del lockdown. Abbiamo notato approcci di grande attenzione, da parte loro: non si sono fatti condizionare dai soliti cliché del passato (brand, età, stile, ecc...) ma hanno messo il naso sul bicchiere e ragionato in autonomia. E ciò, in un momento in cui si fa un gran parlare di consumo consapevole di distillati e superalcolici, è un segnale di educazione al bere bene da non sottovalutare. La Whisky Week è stato il primo evento in Italia in cui si è potuto testimoniare la distinzione tra ciò che è realmente di qualità e ciò che è solo immagine”.
L'evento di Como mostra un cambio di passo i cui effetti sull'intera filiera si vedranno presto.
Forse già nella prossima tappa, a Treviso il 23-24 ottobre, o a Distillo, la prima fiera italiana dedicata al fenomeno delle micro-distillerie, in programma a inizio febbraio a Milano.