- - Sottoriva di Malibran, piccola azienda agricola del Trevigiano: intenso e complesso, presenta note di frutta matura, crosta di pane e lieviti un gusto secco, molto deciso e sorprendentemente armonico (www.malibranvini.it).
- - Còlfondo dell’Asolo Docg, di Luca Ferraro, azienda Bele Casel: un vino che cambia radicalmente a seconda che la bottiglia venga agitata o meno, mantenendo sempre un fruttato carnoso e pieno, una polpa densa da succo di frutta; i lieviti contribuiscono all’equilibrio complessivo rendendolo irresistibile e dissetante (www.belecasel.it).
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Vino Prosecco di Valdobbiadene e due perle dei Colli Asolani
Tre consigli per il vino Prosecco: “NoSo2” Bisol Prosecco di Valdobbiadene, “Colfòndo” di Bele Casel e “Sottoriva” Malibran Prosecco dei Colli Asolani.
Prosecco di Conegliano, Prosecco di Valdobbiadene e Prosecco dei Colli Asolani: nomi difficili per un vino inimitabile, il Prosecco Superiore. Non a caso proprio a Conegliano è stata fondata la prima scuola enologica d’Italia (1876) e il primo Istituto sperimentale per la viticoltura (1923).
Dal lavoro emerge che il Prosecco non è un vino solo, ma ha molte espressioni. Tra i vini frizzanti italiani, la piacevolezza e la bevibilità sono caratteristiche comuni dovute alla presenza delle bollicine, per questo il vino Prosecco è il più classico degli aperitivi, l’ideale per una cena a buffet ed è anche l’unico vino presente nelle colazioni dei più lussuosi alberghi.
La base di partenza è un vino bianco, secco e fermo, preferibilmente ad alta acidità e basso contenuto alcolico, ottenuto con fermentazioni tradizionali da uve ricche di aromi, come sono quelle che si raccolgono nei comuni di Conegliano e Valdobbiadene in provincia di Treviso. A questo punto si aggiungono altri lieviti e zucchero in modo che i primi facciano fermentare il secondo, aumentando il grado alcolico del vino e rilasciando anidride carbonica, che verrà conservata durante la lavorazione in contenitori di acciaio inox isolati e a pressione costante.
Addentrarsi nel cuore di questo territorio per sperimentare il Prosecco di diversi produttori, ascoltarne la storia, e apprezzare le piccole particolarità di ognuno, fa ben comprendere come sia riuscito il recupero della tradizione e della qualità che si è sviluppato per smarcarlo dall’etichetta di “prodotto di consumo”. Innovazione e differenziazione dei prodotti fanno parte della filosofia dei “Prosecchisti”.Molte sono le novità e i prodotti che ho scoperto, ma due realtà in particolare sono esaltanti.
Una rappresenta il viaggio nel futuro del Prosecco ed è quella creata da Bisol, un produttore storico di Valdobbiadene. Qui trovo un prodotto inatteso e particolarissimo, il “NoSo2” Prosecco senza solforosa, una produzione sartoriale, creata per il consumatore allergico, particolarmente sensibile ai solfiti, che potrà così assaporare al meglio la delicatezza del Prosecco. Ricorda fiori bianchi, delicati sentori di agrumi, mughetto e rosa gallica, con note di mela e pesca bianca (www.bisol.it).
L’altra realtà è un viaggio nel passato del Prosecco, rappresentata dai migliori produttori di “Prosecco sur Lie”, un vino che conserva una parte dei lieviti non filtrati. Un prodotto succoso, che i contadini usavano tradizionalmente, ma che si era perso con la commercializzazione del Prosecco. Si tratta di un vino rifermentato in bottiglia in modo che i lieviti si depositino creando il “fondo”.
Due eccellenze di questa versione sono: