La Valpolicella tra vigneti e oliveti
I cinque vigneti di proprietà di Tenute Ugolini, da cui traggono ispirazione i nomi di alcuni vini, si estendono su 22 ettari piantati a corvina, corvinone, rondinella, molinara e oseleta, vitigni autoctoni della Valpolicella certificati Icea (certificazione biologica) dal 2016.
Ai cinque vigneti, si aggiungono circa 7.000 mq di oliveto di proprietà, nella valle di Fumane, da cui nascono tre oli extravergine di oliva: Pozzetto, San Michele e Valle Alta, che prendono il nome dagli omonimi appezzamenti su cui insistono gli oliveti.
Pozzetto è lo storico vigneto di proprietà di Tenute Ugolini: a un’altitudine di 180 metri sul livello del mare, circonda la casa natale della famiglia.
Il vigneto San Michele si adagia su un crinale della Valpolicella a circa 200 metri sul livello del mare, e dà origine a vini di grande eleganza e complessità aromatica.
Monte Solane è “la vigna del sole”, che sorge sull’omonima altura a 650 metri d’altitudine.
Valle alta, a 256 metri d’altezza, è la vigna sentinella di Tenute Ugolini, che dall’alto domina l’intera valle di Fumane.
Valle Lena è una piccola valle stretta tra roveri e cipressi, che racconta la Valpolicella più ancestrale e incontaminata, dove la famiglia Ugolini ha insediato una parcella di vigneto a 235 metri di altitudine.
La biodiversità ritrovata
La perfetta armonia tra i ritmi naturali e il paesaggio guida la coltivazione in regime di agricoltura biologica e la produzione in Tenute Ugolini. Giambattista Ugolini, infatti, ha scelto per le nuove vigne innesti con radici fittonanti così da consentire alle viti di trovare nei terreni ricchi di scheletro, e composti in prevalenza da marna compatta, un equilibrio idrico e nutrizionale. Per aiutare le radici a scendere in profondità, in vigna viene utilizzata l’antica pratica del sovescio che consiste nel seminare lungo i filari delle vigne erbe leguminose e crocifere, le cui radici voluminose aprono la strada a quelle più piccole delle viti. E quando, con l’arrivo della bella stagione, le erbe fioriscono, vengono sfalciate e interrate per fornire concime organico naturale.
Per la coltivazione dei vigneti non viene utilizzata alcuna sostanza chimica, così nella valle hanno fatto la loro ricomparsa insetti e uccelli che negli ultimi anni erano spariti: una biodiversità che fa bene all’ambiente, ma anche all’uva e di conseguenza al vino, perché ogni grappolo esprime un terroir e un microclima, determinando la personalità di ogni prodotto.
In particolare abbiamo scelto il Valpolicella Classico Superiore Docg “San Michele della Chiesa”
Una leggenda accompagna la storia del Valpolicella Classico Superiore “San Michele della Chiesa”. Si racconta che i monaci custodi della pieve di San Michele scelsero questo brolo per coltivare le loro viti e produrre vini preziosi da donare al loro superiore, l’Abate del monastero di San Zeno, ora Basilica patronale della città di Verona. La scelta del brolo di San Michele, non adiacente alla chiesa, ma situato sul versante opposto del colle, testimonia il sapere agronomico dei monaci: il terreno tufaceo e l’esposizione a sud-est favoriscono, infatti, una buona maturazione dei frutti che danno vita a un vino fresco e sapido, con una forte impronta territoriale, oggi come allora.
Fiore all’occhiello dell’azienda, in Francia potrebbe essere definito un clos.
Tenute Ugolini vinifica le uve di questo vigneto attraverso tecniche non invasive per preservare le caratteristiche del frutto e cogliere l’essenza del tufo di colle San Michele, affinché chi lo sorseggia possa ritrovarsi d’incanto tra i filari del vecchio brolo, con una vista mozzafiato sulla valle di Fumane.
Il Valpolicella Classico Superiore “San Michele della Chiesa” 2013 è stato premiato con il Grand Oro al concorso Vinalies organizzato dall'Unione Enologi Francesi: un riconoscimento molto prestigioso se si considera che alla kermesse vengono degustati alla cieca da centocinquanta degustatori di quaranta nazionalità ben tremilacinquecento vini provenienti da tutto il mondo.