Gli avanzi del giorno prima, le frattaglie e il “quinto quarto” di carni, pesci e verdure, i piatti della tradizione e della memoria: sono gli ingredienti semplici e “poveri” che possono diventare protagonisti di una cucina squisita e sostenibile. È questo il filo conduttore del progetto “Tempi di recupero”, in programma a FICO Eataly World di Bologna dal prossimo 22 gennaio.
Ideato da Carlo Catani, tra i fondatori dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, “Tempi di recupero” coinvolgerà grandi chef, osti e “azdore”, protagonisti insieme ai ristoranti di FICO di un ciclo di cene ispirate alla filosofia del mangiare bene e senza sprechi, con la collaborazione di Slow Food Emilia-Romagna e Fondazione FICO.
Nel 2018 infatti Slow Food ha lanciato Food for Change, una campagna internazionale con lo scopo di influenzare le nostre scelte alimentari per diminuire i disastrosi effetti del cambiamento climatico, riducendo lo spreco alimentare, promuovendo la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente, anche a tavola.
Le Cene e i protagonisti
Il ciclo di cene “buone e sostenibili” prende il via il 22 gennaio, con un duo di cuochi stellati: Alberto Bettini, chef del ristorante Amerigo dal 1934 di Savigno che, nel suo spazio Pasta Bologna a FICO, ospiterà Massimo Spigaroli, cuoco dell’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (Pr), ristorante primo classificato in Italia e quarto in Europa nella Top 100+ European Heritage Restaurants 2018.
Nel secondo appuntamento, il 19 febbraio lo stellato “Il mare di Guido” di FICO presenterà il Benso di Forlì con lo chef Pier Giorgio Parini e il fondatore Simone Zoli.
Il 19 marzo al Teatro della carne di Sergio Capaldo e Aldo Zivieri ospiterà la cucina tosco-romagnola a chilometro zero dell’Osteria La Campanara di Pianetto di Galeata.
I prossimi appuntamenti sono in programma il terzo o il quarto martedì del mese, in aprile e maggio (qui info e prenotazioni).
La cultura della buona tavola
Con “Tempi di recupero”, FICO e Fondazione FICO divulgano un modello di cucina e di alimentazione all’insegna della sostenibilità, che dà valore al cibo e a non sprecarlo, mettendo in pratica le gustose abitudini domestiche che consentono di riutilizzare e non gettare gli avanzi e le parti meno nobili delle materie prime. Una cultura della buona tavola ispirata alle campagne Food for Change di Slow Food e Spreco Zero, ed al modello di Last Minute Market.
Proprio a FICO, dove fino a pochi anni fa aveva sede il Centro Agroalimentare di Bologna e dove ora si trova il parco del cibo più grande del mondo, è iniziata vent’anni fa l’intuizione del Last Minute Market, grazie al recupero della frutta e verdura invenduta avviati per iniziativa del gruppo di volontari guidati da Suor Matilde a favore dei cittadini meno abbienti. “Un format – ricorda Andrea Segrè, presidente Fondazione FICO e CAAB - diventato poi spin off universitario e modello di riferimento a livello internazionale per il recupero degli sprechi alimentari, oggi impresa sociale che presiedo”.
In copertina: Gnocchi di patate con croste di parmigiano dello Chef Alberto Bettini