Capri: sale e cucine dei nuovi talenti dell'isola

Giovani chef che deliziano già da qualche anno l’isola azzurra di Capri, da sempre espressione di una cucina varia, matura e cosmopolita, che coniuga, tradizione, finezza e nuove tendenze forse più di ogni altro palcoscenico del panorama gastronomico italiano per clientela di adozione.
Sin da quando è approdato più di cinque anni fa nell’eponimo ristorante della famiglia D’Amore a via Fuorlovado, che vede al timone il patron Marco D’Amore, il giovane e talentuoso Pasquale Rinaldo, napoletano vero e verace, ha saputo conquistare, anche grazie alle tante escapades televisive, il pubblico nazionale e internazionale dell’isola con piatti di gran sapore e divertimento, dal panettone d’estate in cui i limoni di Capri la fanno da padrone, alla “Caprese Sbagliata” - tributo a Rosanna Marziale - fino alla celebre Carbonara agli agrumi. Una cucina che si presenta come giovane, divertente, di gran gusto e senza compromessi, fautrice di un menù che a dispetto di una maturità in evoluzione, restituirà un sorriso e la consapevolezza di aver scoperto a tavola qualcosa di nuovo.

Cambio al timone al Ristorante Le Monzù dell’Hotel Punta Tragara, lucente stella Michelin a picco sui faraglioni, sospinto dall’eccellente direzione e servizio capitanate da Gennaro Buono e da Flavio Fusco, un vero portento in sala e nei percorsi d’abbinamento insieme a Luigi Cinque, lo chef Antonio Pedana, storico secondo di Luigi Lionetti con un passato da Francesco Sposito. Posto ancor più unico il Le Monzù dal momento che quest’anno esprime una cucina di sintesi e fusione. Suggestioni di classicità francese e mare spinto, colto e ricercato popolano il menù dello Chef Pedana, al timone di uno dei migliori ristoranti dell’isola dove il Mediterraneo ha una stella in più. Rinnovato nello spirito e nei piatti, tra i quali spiccano sicuramente gli scampi con foie gras e pere williams e la seppia con mela verde. Il menù Veg è degno di nota in ogni suo momento, esemplificato nello spaghetto con essenza di pomodoro e sesamo. Un percorso non facile da dimenticare, opera prima da protagonista dello chef.

Novità assoluta in continua evoluzione è la cucina dello chef Antonio Balbi all’Hotel La Minerva, un petit hotel in pieno centro che ha deciso di puntare anche sul fine dining. Stile neoclassico, finezza nella presentazione e grande godibilità delle portate fanno della cucina dello chef  un nuovo riferimento del fine dining a Capri da godere in un’ambiente raccolto con un servizio giovane e cordiale. Classicismo estetico, grande rispetto delle materie prime e intensità di sapore, con particolare attenzione soprattutto agli elementi vegetali delle portate. Dallo scampo con caviale e zucchine passando ai sublimi risotti e alle paste, sicuramente La Minerva è uno dei migliori nuovi posti dove cenare a Capri, coccolati dal servizio della bravissima Giusi Fabiano. Il ritorno del neoclassicismo caprese a tavola eseguito con mano capace.

Ultimo ma non per importanza, Salvatore Aprea al Ristorante da Tonino a Via Dentecala, un vero e proprio riferimento sull’isola sempre supportato in sala dalla storica squadra capitanata da suo fratello Gennaro. Una perla lontana dal caos della folla dei turisti giornalieri che quest’anno esprime una cucina minimalista, di grande impatto estetico che fonde le influenze del mondo ai caratteri e ai profumi più ancestrali e materici dell’isola di Capri e al carattere misterico di Napoli (si guardi all’Anima Pezzentella, un dolce “votivo” a forma di teschietto, tipico del cimitero delle fontanelle di Napoli). Salvatore è però in questo 2024 uno chef decisamente nella fase più ascendente della sua carriera, procede in sottrazione e in sintesi di sapore, curando di persona anche il servizio. Una tavola sublime in cui terra e mare non sono mai in antitesi ma spesso si supportano a vicenda al fine di restituire un percorso imperdibile.

Di Ugo Marchionne
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