Il format è semplice e potente, in ogni episodio Chiara Maci, food expert e conduttrice televisiva, siede a tavola con uno chef - Carlo Cracco, Giancarlo Perbellini, Antonia Klugmann, e a breve anche Jessica Rosval - per condividere un pasto e una conversazione sincera. Il punto di partenza è sempre un suono, un rumore capace di evocare negli chef un frammento di memoria, un’ossessione creativa, una parte nascosta del proprio percorso.
Le conversazioni si svolgono nei loro ristoranti, tra cucina e sala, in un contesto autentico, non filtrato. Il microfono cattura tutto, la voce, i rumori, l’atmosfera, ma soprattutto, cattura la distanza tra ciò che normalmente gli chef raccontano e ciò che qui riescono finalmente a dire.
Chiara Maci mette a disposizione un ascolto empatico, affilato, esperto. Conosce i tempi della cucina e quelli del racconto, ed è proprio grazie al suo passo discreto che gli ospiti si lasciano attraversare dalle domande. Ne emergono ritratti veri, pieni, non convenzionali. Gli chef non parlano solo di cucina, ma di paesaggi interiori, fallimenti, ostinazione, linguaggio, radici, visione.
«È la tavola a fare la differenza», dichiara Chiara Maci. «Lo stare seduti uno di fronte all’altro, il condividere i piatti che entrambi conosciamo ma che, assaggiati in un contesto conviviale cambiano di percezione. È una chiacchiera vera, di pancia».