Non si possono, però, nemmeno fare ordinanze dalla sera alla mattina, senza un minimo di programmazione e confronto con le imprese, i commercianti e i settori interessati. È necessario pensare ad una ripartenza anticipata ma ben programmata, senza tralasciare alcun aspetto del settore ristorativo e turistico. Come alberghi, villaggi e sale ricevimenti che muovono gran parte della economia della regione. Bisogna ripartire il prima possibile, ma avendo a cuore la salute pubblica, senza trascurare l’ipotesi di una ondata di ritorno della pandemia, che andrebbe a vanificare tutti gli sforzi fatti fino ad ora e a rovinare quel poco di speranza che c’è nell’affrontare la stagione estiva ormai compromessa. Le piccole e grandi imprese, inoltre e soprattutto, hanno la necessita e il diritto, prima ancora di pensare a come ripartire, ad avere risposte certe dal punto di vista economico, in modo da sapere e conoscere il proprio futuro. Troppo facile è dire “da domani potrete riaprire” ma senza calcolare il rischio imprenditoriale che ci sarebbe da affrontare in questo momento a causa delle eventuali restrizioni, e di un eventuale calo di lavoro, senza avere una certezza di provvedimenti regionali e nazionali dal punto di vista economico. La voglia di aprire e ripartire e tanta, non vediamo l’ora di tornare nel nostro ristorante e nella nostra cucina, riabbracciare i nostri collaboratori e rivivere i sorrisi dei nostri clienti. Ogni giorno anche in questo momento, pensiamo e programmiamo la nostra riapertura, ma lo faremo solo quando, in totale sicurezza, saremo certi che i nostri ospiti torneranno a rivivere la nostra esperienza come prima, senza vincoli, mentali soprattutto, ma anche dal punto di vista dell’atmosfera. Noi facciamo il nostro lavoro con passione, proviamo a far emozionare i nostri ospiti, non solo attraverso i piatti, ma anche attraverso il servizio ed il calore umano. Il fattore umano per noi, ma penso nella ristorazione italiana in generale, è da sempre il punto centrale di tutte le attività di ristorazione e di ospitalità, di cui non si può assolutamente fare a meno. Inoltre speriamo e crediamo che nella fase di ripresa, prendendo atto da questa brutta parentesi nazionale, tutti siano consapevoli che bisogna valorizzare il più possibile il Made in Italy, scegliendo le piccole imprese, gli artigiani e i piccoli produttori locali, cosi da avere la forza per ripartire tutti insieme e vedere di nuovo brillare la nostra splendida Italia.
La famiglia Abbruzzino
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