Quintarius e Convivium

Sei mani, due format e un unico ristorante. Ad Aosta apre un nuovo luogo tra storia, gastronomia e cucina di carattere
Un terzetto di cuochi che si schiera, risultato dell'unione di testi, anima e cuori.
Questi i propositi del nuovo ristorante “doppio formato” ad Aosta che prende il nome di Quintarius e Convivium.
Ambizioso progetto capitanato dal visionario Filippo Comelli, figura affermata nel mondo del vino e dell'accoglienza che ha aperto il sipario a Febbraio.

Affacciato su piazza Severino Caveri, Camelli ha dato voce ad uno spazio ricco di storia, un ibrido tra abitazione della Roma antica che si unisce ad attempate arcate e mura in pietra medievali.
Il restauro per mano dell'architetto Leonardo Macheda ha seguito una linea di mantenimento e valorizzazione di ogni angolo e reperto presente dando vita ad un suggestivo di convivio.
Due piani sezionati da pavimenti e mura in vetro offrono all'ospite di godere di una visione completa del luogo illuminato da strategici fasci di luce.

Il tris di cuochi genera un'inedita alchimia gastronomica fondamentale per un luogo così ricco di carattere.
Marco Vignano il più veterano nel mondo gastronomico vanta una carriera stellata, in cui ha collaborato con i migliori in campo da Gualtiero Marchesi a Paolo Lopriore a Maison Troisgros
Lo chef ha in cantiere un obiettivo che gli fa onore: far brillare gli altri due componenti, Alessandro Esposito e Jessica Gussani.
Questi ultimi molto più giovani di lui ma entrambi con significativi percorsi professionali.

Al piano principale Quintarius che prende origine dal termine romano strada di confine, la stessa che fa da spartiacque con il piano sottostante. Un bistrot che vanta 300 etichette di vini selezionati dalla notevole conoscenza di Camelli, che fanno da cornice ad un menù articolato à la carte caratterizzato dall'importanza delle materie prime e dall'immediatezza gustativa.
Paté, terrine, selvaggina, pesce, carne, intingoli e salse di alta cucina si intrecciano ad abbinamenti di carattere che prendono punto dalla cucina d'Oltralpe, rispettando però la personalità dei tre cuochi arruolati.

Nel sotterraneo invece libertà e creatività abbattono ogni dogma e schema gastronomico: Convivium  uno spazio dedicato a un massimo di 20 ospiti, un banchetto che onora la convivialità di un menù fisso con il numero di 6 portate.
Qui la totale immersione dei cuori e pensieri creativi degli chef, nei loro sentimenti e idee, che seppur ben allineate, non dimenticano la natura e l'indipendenza che li definisce, in un luogo di totale libidine.
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