Pesche miracolose

Perché l’emblema zuccherino dei piaceri (soprattutto) da fine pasto, dopo aver rischiato l’estinzione, trionfò a tavola soltanto a partire dal Novecento.
A pasta biondo pallido, esiste una varietà di pesca detta bianca di Venezia che un tempo, tra fine Ottocento e inizi Novecento, cresceva in Veneto tra Cavallino e Jesolo, vanto della frutticultura locale. Venne in realtà soppiantata a partire già dagli anni ‘40 da quella molto simile se non identica tipica della zona di Mogliano, Treviso, che sarebbe diventata la base di uno dei drink - se preparato con tutti i crismi, non certo col succo in brick - più semplici eppure sorprendenti della storia. Era il 1948 quando all’Harry’s Bar di Venezia il barman Giuseppe Cipriani diede vita al Bellini, cocktail il cui nome rendeva omaggio al colore con cui Giovanni Bellini, sublime pittore del Quattrocento detto Giambellino, amava agitare col pennello le vesti dei suoi angeli migliori. Un rosa divino possibile al bancone solo mischiando il prosecco a della polpa ridotta a purea di due pesche bianche, colte se possibile a Mogliano appunto [...]

Estratto di "Pesche miracolose" di Simone Mosca su ItaliaSquisita n°49

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