Una convivenza non dissimile dal modus vivendi dei palermitani, sospeso tra insofferenza e fatalismo, sciarre - come vengono chiamati qui i litigi - e tolleranza, accidia e lampi di genio, indulgenza autocelebrativa ai fasti del passato e accelerazioni verso il futuro. Un futuro che è già presente, fatto di progetti che stanno ridisegnando lentamente la città, come la riqualificazione del water-front che va dalla Cala - il porto turistico cittadino - al Molo Sant’Erasmo, rendendolo degno di una capitale europea, o la vasta pedonalizzazione tra il Porto e Piazza Politeama.
La gastronomia, che dei cambiamenti sociali, storici e culturali è sempre stata termometro sensibile, occupa in questo fermento un ruolo di rilievo con una spiccata attitudine alla metamorfosi. Pur rappresentando da sempre uno dei cardini dei costumi alimentari dei palermitani, i “mangiari di strada”, meglio noti come street-food, sono stati oggetto negli ultimi anni di un massiccio intervento di marketing e restyling che lo ha affrancato da un’accezione univoca di cibo popolare.
Estratto di Danilo Giaffreda de "L'Ombelico del Mediterraneo" nel n°41 di ItaliaSquisita.