Territorio e ingredienti tipici, come il riso, uniti a ricerca e sperimentazione, sono le lenti attraverso cui Christian e Manuel Costardi reinterpretano i contenuti del museo e li fanno rivivere nei loro piatti, attraverso nuove frontiere, creatività, curiosità e divertimento: come accade nella loro “lattina” di risotto in stile Andy Warhol.
I menu ruotano attorno al mondo della fotografia: Disegno, dall’impronta più classica e che meglio identifica il territorio; Ritratto, dalle decise contaminazioni orientali; e Scatto Libero, la proposta tramite cui affidarsi allo chef per un’esperienza che vede «ingrediente come soggetto, sapore come verbo, gusto come complemento». Istantanea, invece, la carta dedicata ai dolci, dai più tradizionali ai più innovativi, come Carota e liquirizia su foglia di cavolo verza.
In cucina – dove Christian è stabile, mentre Manuel si divide tra Torino e il ristorante di Vercelli – ci sono Andrea Valenti e Daniele Amadio, sous chef, e la pastry chef Andrea Celeste Allione.
Anche la scelta degli ambienti è stata dettata dalla fotografia, dal ruolo che la luce gioca al suo interno e dalle linee che convergono verso la cucina a vista, come punto focale del locale ideato dallo studio lamatilde, che ha prediletto uso di materiali riflettenti, come acciaio e vetro specchiato; materiali assorbenti, come il legno; materiali d’effetto, come il marmo dello chef table, per un'esperienza coinvolgente.
Ph Daniele Ratti