Nasce J-Farm: la nuova joint venture tra H-Farm e i fratelli Alajmo

Il più importante polo dell’innovazione in Europa, H-Farm, alle porte di Venezia, affida l'intera offerta food alla famiglia Alajmo.
Fondata nel gennaio 2005 come primo incubatore di startup al mondo, H-Farm insieme a Massimiliano Alajmo - il più giovane chef al mondo ad aver ricevuto le tre stelle Michelin - e al fratello Raffaele CEO del Gruppo Alajmo (che comprende undici ristoranti tra Padova, Venezia, Cortina, Parigi e Marrakech, una linea di prodotti gastronomici e una società di eventi, tutto da Le Calandre) avviano l'ambizioso progetto J-Farm a Roncade.

Fortissima impronta green, attenzione al territorio, ricerca, sperimentazione e innovazione: sono queste le parole d'ordine per la gestione del Campus trevisano che, oltre all'iconica Serra (mensa collettiva), comprende la Pizzeria AL4, il freschissimo AMOR in Farm (il locale fast-casual che dalla sede di 10 di Corso Como a Milano si è trasferito definitivamente dentro al Campus) e le Cementine, il ristorante senza dubbio più ambizioso del complesso. 

A coronamento della proposta gastronomica vi sarà, inoltre, l'introduzione del corner In.gredienti, il negozio di alimentari che propone alcuni dei prodotti realizzati e selezionati da Max oltre a lievitati e dolci della pasticceria de Il Calandrino. Uno shop pensato per dare la possibilità ai dipendenti e studenti di H-FARM, ma anche agli avventori esterni di ricreare l’esperienza Alajmo a casa propria.

"La cura dei dettagli - dichiara Riccardo Donadon, fondatore di H-FARM - la passione, il senso di responsabilità verso la sostenibilità, la ricerca, la volontà di crescere sempre, il loro essere tradizionali ma anche globali, il loro essere una grande famiglia: sono tutti elementi che compongono la ricetta eccellente di Max, portata al mercato in modo straordinario da Raf sotto lo sguardo saggio ed esperto di papà Erminio. È stato impossibile non pensare a loro quando abbiamo deciso di esternalizzare i servizi di ristorazione del Campus. Ero cosciente di chiedere la luna, il sogno si è avverato. Max è un artista e sono certo che il suo influsso si sentirà tanto, aggiungendo magia all’esperienza dei nostri clienti e di tutti visitatori che vengono da noi per trovare delle soluzioni, per formarsi o per inventare qualcosa. Il campus, finita la pandemia, diventerà un luogo aperto a tutti. Un luogo dove passeggiare, fare sport, studiare e oggi anche degustare cose straordinarie parlando di futuro, del futuro dei giovani che in questi mesi è stato sacrificato troppo e che deve essere rimesso violentemente al centro di tutti i nostri pensieri perché non c’è nulla di più importante di loro”.



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