Se ci si trova in qualche itinerario dedicato al vino, passando per il Piemonte meridionale, un approfondimento gustativo va di certo orientato verso il Moscato bianco. E’ un vitigno a foglia pentagonale, il cui grappolo è medio, cilindrico-piramidale. L'acino è a forma sferica, con buccia sottile di colore giallo-verde. Un piccolo gioiello della natura mediterranea! La sua storia è immemore, costellata di storie che viaggiano dal mondo romano a quelle dei migliori ristoranti Michelin.
Dagli ultimi studi di ampelografia genetica sembra che il Moscato sia stato il progenitore di tutte le uve, il primo a essere coltivato, da cui nel corso del tempo sarebbero derivate tutte le altre varietà diffuse o conosciute attualmente. I Moscati sono un gruppo di vitigni particolarmente numeroso, tra i più conosciuti, con origini diverse, di cui si hanno tracce più precise e citazioni in antichi documenti, ma la tipologia Moscato bianco è sicuramente quella che ha avuto origini più antiche. Con una storia così alle spalle, sarebbe davvero un peccato farselo sfuggire dal naso…
Un vino dolce e memorabile
Proprio da questo storico vitigno si ottiene il Moscato d’Asti (www.produttorimoscato.it), che per complessità, dolcezza e tradizione spicca tra le eccellenze enologiche del Piemonte. La zona di produzione del vino è compresa nei territori di 52 comuni delle province di Asti, Cuneo e Alessandria.
E’ prodotto quasi esclusivamente da aziende di dimensioni medio piccole o da cantine-cooperative che trasformano solamente le uve dei propri vigneti. Il Moscato di Asti ha raggiunto livelli qualitativi straordinari grazie alla diffusione della moderna tecnologia enologica, in particolare quella del freddo, che ha consentito di mantenere nel vino gli aromi e i sapori del frutto e, nello stesso tempo, di stabilizzare il prodotto permettendone la conservazione e il trasporto. La Docg "Asti" è riservata in particolare a due vini:
il vino dolce spumante ("Asti" o "Asti spumante") e il vino bianco dolce non spumante ("Moscato d'Asti"). Regolamentazione e usanze millenarie per dar vita a stupendi vini del territorio.
Le sue proprietà
In concomitanza di festeggiamenti, degustazioni sofisticate e di semplici situazioni di convivialità, il Moscato di Asti è un vino tra i più caratteristici della viticoltura piemontese. Il suo inimitabile aroma muschiato dell'uva d’origine Moscato bianco, delicato e intenso, ricorda in genere il glicine e il tiglio, la pesca e l'albicocca con sentori di salvia, limoni e fiori d'arancio.
Un’esplosione della natura quindi che sobbalza nelle narici e induce a pensieri silvestri. La peculiare aromaticità dell'Asti e del Moscato d'Asti nasce dall'unione di composti terpenici a lieve soglia olfattiva presenti nell'uva Moscato con i composti volatili che si formano durante la sua stessa fermentazione. Il risultato? Un sapore in bocca esplosivo, dolce e indiscutibilmente aromatico. Può essere un vino fermo ma la sua fortuna è scaturita dal suo estro frizzante, tipico dello spumante Moscato d’Asti. Questi nettari degli dèi devono essere consumati giovani (possibilmente entro l'anno successivo alla vendemmia), al fine di apprezzarne la complessità organolettica.
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Moscato d’Asti, dolce amore estivo
News, storia, abbinamenti, proprietà e tante curiosità sul Moscato d’Asti, il vino estivo per eccellenza.