Mini-guida alla cucina d’autore di Capri

L’isola azzurra, perla e paradiso del mediterraneo campano, simbolo della dolce vita è finalmente ripartita con grande successo e riscontro di pubblico, soprattutto dal punto di vista enogastronomico.
Le tavole dell’isola così ricche e opulente eppure così tradizionali e sincere si sono finalmente riempite, ospitando turisti da ogni dove, al sole della nostra bella penisola. Una Capri da apprezzare in tutta la sua bellezza, vitale e rinnovata nella sua cucina italiana d’autore che viene quotidianamente espressa all’ombra dei Faraglioni e del Monte Solaro. 

GLI STELLATI 
Identitario, personale e delicatamente iodato è il mare espresso nella cucina di Luigi Lionetti – stella Michelin – al ristorante Le Monzù del Punta Tragara Hotel & SPA. Un mediterraneo contaminato e imperdibile che vive di suggestioni territoriali in una cucina in cui del mare non viene sprecata nemmeno una goccia, esaltandone la personalità e il carattere. Sempre sulla cresta dell’onda la cucina di Salvatore Aprea nello storico Ristorante Da Tonino in via Dentecala. La cucina di Salvatore è marcatamente territoriale, ancorata tanto al mare quanto alla terra benché caratterizzata da una sequela di suggestioni dal mondo in termini di tecniche, preparazioni e materie prime. Rinnovato è il corso del Ristorante Mammà. Succedutosi dalle mani di Salvatore La Ragione a quelle di Raffaele Amitrano, chef dal passato già radicato tra le tavole dell’isola, il Mammà del 2021 appare votato a una cucina della gioia, del sorriso e della convivialità, dalla pizza all’acqua ai crudi passando per le tanto celebrate paste di mare. 

Ad Anacapri, invece, brilla più che mai la direttrice dettata dal Capri Palace Jumeirah del direttore Ermanno Zanini. L’Olivo di Andrea Migliaccio - due stelle Michelin - appare oggi più che mai un riferimento assoluto, forte della sua cucina così sofisticatamente territoriale e tradizionale, dal ragù napoletano al mare e di un servizio ancor più preciso e puntuale, giocato sul filo del secondo e del millimetro come la tradizione francese dell’ospitalità ci insegna. Il Riccio di Salvatore Elefante - già stella Michelin e facente parte del gruppo Capri Palace Jumeirah – quest’anno appare grandemente rinvigorito e caratterizzato da una cucina marina e mediterranea che combina con grande tecnica e mano sicura, gusto e raffinatezza di mare nei piatti, soprattutto in quelli inediti, in una cornice che forse per la prima volta sull’isola azzurra è riuscita a coniugare il mondo del “food” a quello del “fashion”. 

I NUOVI TALENTI
Doveroso è riconoscere inoltre il palcoscenico dei giovani di belle speranze presenti sull’isola che in maniera diversa esprimono tutti una cucina personale lontana dalla standardizzazione del palcoscenico turistico caprese. Dalla cucina solare, minimalista e tradizionale di Pasquale Rinaldo al Ristorante D’Amore di via Furlovado, alla cucina del sorriso già matura e concreta di Davide Ciavattella al Ristorante La Zagara della famiglia Pollio, che fa della classicità e del gusto preciso e appagante le sue armi più vincenti, fino alle contaminazioni, suggestioni e agli abbinamenti espressi da Antonio Andreozzi, executive chef dei ristoranti Al Caprì e Due Pini. Tutti questi giovani rampolli della cucina italiana esprimono una volontà di potenza tesa a modernizzare veramente l’isola di Capri. 

Mentre, per gli amanti del Classicismo e del Neoclassicismo gastronomico in tavola, sono tappe obbligate a Capri: Stefano Mazzone al Grand Hotel Quisisana, Nello Siano al Capri Tiberio Palace e Gennaro Amitrano – già allievo prediletto di Gianfranco Vissani – al Ristorante Gennaro Amitrano che qualche anno fa per primo nella sede di via l’Abate ha dato speranza alla rinascita della giovane cucina d’autore sull’isola. 
Energia pura di grandi chef e ristoratori, veri sognatori, che fanno della cucina d’autore dell’isola un vero e nuovo riferimento per turisti, semplici avventori e gli appassionati che popolano una Capri viva e vitale più che mai, soprattutto a tavola.

Di Ugo Marchionne
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