Questo momento storico è influenzato dal concetto di distanza. Le persone nel 2021 sono fisicamente obbligate a mantenerla tra loro, mentre la natura, da tempo, ne richiede una di sicurezza nei confronti dell’uomo. A volte il cuoco, con la sua sensibilità, riesce tuttavia a riavvicinare questi due mondi, con le più svariate competenze.
Questo pensiero viene concretizzato per esempio dal lavoro di Mattia Baroni, head chef di Bad Schörgau a Sarentino. Il suo vissuto porta a pensare che forse non ci dovrebbe essere troppa distanza tra un ingegnere e un cuoco: se la cucina non fosse stata la passione che ha cambiato la sua visione del mondo, probabilmente ora Baroni sarebbe un informatico alle prese con i server. Il risultato? Il suo è un approccio multidisciplinare e scientifico nei confronti della cucina e di una ormai necessaria sostenibilità alimentare, in un contesto completamente immerso nella natura delle Alpi.
Su gusto e sostenibilità si erge perciò l’idea di cucina di Alpes e La FuGa (Laboratory for Future Gastronomy), due dei tre ristoranti presenti nella struttura ricettiva. Il primo è il ristorante principale che presenta piatti semplici e di facile comprensione, ma con il medesimo desiderio di seguire la filosofia del secondo, in cui va in scena un vero e proprio movimento, un’esperienza unica e riservata a un massimo di otto persone che ha l’ambizione di “raccontare” uno stile di vita nuovo, più naturale ed etico. A La FuGa l’ospite viene ingaggiato come protagonista in un percorso che si svolge in più luoghi: per esempio all’esterno, nell’orto, mentre lo chef serve un kombucha di ortaggi, si scelgono le erbe, i fiori, le foglie che comporranno un’insalata di circa venti elementi, condita con un dressing di rose combinato da aceti di sedano e finocchio, miso di fave e piselli e shoyu (salsa di soia) di carciofi.
Questo pensiero viene concretizzato per esempio dal lavoro di Mattia Baroni, head chef di Bad Schörgau a Sarentino. Il suo vissuto porta a pensare che forse non ci dovrebbe essere troppa distanza tra un ingegnere e un cuoco: se la cucina non fosse stata la passione che ha cambiato la sua visione del mondo, probabilmente ora Baroni sarebbe un informatico alle prese con i server. Il risultato? Il suo è un approccio multidisciplinare e scientifico nei confronti della cucina e di una ormai necessaria sostenibilità alimentare, in un contesto completamente immerso nella natura delle Alpi.
Su gusto e sostenibilità si erge perciò l’idea di cucina di Alpes e La FuGa (Laboratory for Future Gastronomy), due dei tre ristoranti presenti nella struttura ricettiva. Il primo è il ristorante principale che presenta piatti semplici e di facile comprensione, ma con il medesimo desiderio di seguire la filosofia del secondo, in cui va in scena un vero e proprio movimento, un’esperienza unica e riservata a un massimo di otto persone che ha l’ambizione di “raccontare” uno stile di vita nuovo, più naturale ed etico. A La FuGa l’ospite viene ingaggiato come protagonista in un percorso che si svolge in più luoghi: per esempio all’esterno, nell’orto, mentre lo chef serve un kombucha di ortaggi, si scelgono le erbe, i fiori, le foglie che comporranno un’insalata di circa venti elementi, condita con un dressing di rose combinato da aceti di sedano e finocchio, miso di fave e piselli e shoyu (salsa di soia) di carciofi.
Anteprima di Mattia Baroni di Elio Ciconte del n. 39 di ItaliaSquisita
Photo credits: Tiberio Sorvillo