Maritozzo: origini, storia e successo internazionale del dolce romano

Dal maritozzo tradizionale romano alle versioni moderne e internazionali, un viaggio tra storia, innovazione e dolcezza globale.
Le creazioni in gastronomia cedono spesso alla tentazione di ammantare la loro nascita sotto coltri di nubi mitologiche. Non fa eccezione il maritozzo, la cui origine della Roma dei Cesari si può ragionevolmente prendere in considerazione solo facendola derivare dal costume di confezionare pani arricchiti con frutta secca e miele.

Il critico gastronomico Luigi Cremona, nel suo L’Italia dei dolci, ne racconta le originarie dimensioni di pagnotta, il cui impasto intrecciava farina, uova, burro, miele e sale. Il nome deformerebbe ironicamente la parola “marito”, a cui renderebbe omaggio anche la forma allungata, come sottolinea il poeta Belli nel noto sonetto Er padre de li santi. Più tardi, divenuto scrigno di monili d’oro da regalare alla sposa promessa, il maritozzo vede le proprie dimensioni ridotte, il colorito superficiale imbrunirsi per la cottura prolungata e l’aggiunta di pinoli canditi e uvetta nel periodo quaresimale. 

Declinato nelle versioni marchigiana (più allungata, farcita con l’uvetta ed aromatizzata all’anice), pugliese (a forma di treccia) e siciliana (dalle fattezze più tonde), è però la versione romana la più famosa, diffusa assai tra i dolci da caffetteria dei locali romani, ma anche matrice di un fenomeno internazionale che, da qualche anno, ha svincolato questo panino dolce (semplice o generalmente ripieno di panna montata o di crema) dalle mura aureliane proiettandolo nel resto del Paese e anche agli antipodi del nostro emisfero. A livello nazionale il lavoro di Iginio Massari appare come pioniere, grazie alla proposta di un maritozzo reinterpretato a un evento del 2017 sull’innovazione in pasticceria.

Proposto in seguito nei suoi negozi a partire dal 2018, il maritozzo diviene nel 2024 finalmente il protagonista del progetto Maritz, il cui primo punto vendita è a Milano. Massari scommette sul ruolo di vetrina della città sforzesca, megafono di tendenze e laboratorio di sperimentazione, ma anche sulla versatilità del prodotto dolciario: «un connubio di tradizione e innovazione, nella nostra lettura» afferma il famoso pasticcere di Brescia.

Il 2017 è anche l’anno della prima edizione del Maritozzo Day, iniziativa di Silvia Pontarelli e Gabriele Lupo, che nel mese di dicembre consente ai romani di scoprirne i migliori esemplari in tutta la città, tra i quali anche la proposta di Walter Musco, che oltre alla versione classica con l’uvetta, ne declina una originale ai cachi e marroni e una salata alla guancia di manzo. Sorprendente è il clamore che il dolce capitolino registra lontano da casa tra Asia e mondo anglosassone. Sembra sia il Giappone l’antesignano di questa scoperta pasticcera, dove l’attenzione si desta già intorno al 2017, dopo un servizio giornalistico realizzato dai media giapponesi sulla storica Pasticceria Romoli della Capitale 

Secondo la stampa specializzata, la prima proposta verrebbe dalla panetteria Amamuda Kotan nella prefettura di Fukuoka, che nella primavera del 2020, dopo alcune ricerche su internet, avrebbe deciso di lanciare una nuova versione del dolce italiano, modificandone la forma, più rotonda, ed enfatizzandone l’impatto estetico. Il fenomeno, immediatamente virale, tocca soprattutto le panetterie e i convenience stores, i marchi italiani Eataly e Peck e anche il mondo editoriale, con lo storico editore Sanseido, che nel 2021 inserisce il maritozzo nella nuova edizione del Kokugo dictionary, mentre sembra non abbia interessato sensibilmente il campo delle pasticcerie e degli chef [...]

Estratto di "L’esplosione del maritozzo" di Domenico Biscardi su ItaliaSquisita 52

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Published on: 03-09-2025