“Conosco da tempo l’iniziativa di Carlo, con il quale mi trovo allineato sul modo di intendere il cibo e la ristorazione. Il suo progetto è meritevole perché, oltre a parlare di recupero, si prefigge l’obiettivo di raccontare il cibo e tutti i lavoratori della sua filiera in una dinamica completamente nuova” ha dichiarato lo chef Marco Ambrosino. “Avevo l’obiettivo di portare Tempi di Recupero a Napoli e sono felice di esserci riuscito con uno chef con cui è subito scoccata la scintilla. Le nostre sono cucine diverse, simili nell’approccio. Entrambe sono radicate nel territorio ed è, forse per questo, che io e Juri abbiamo una grande sintonia”.
“Il cibo è un fattore molto impattante sull’ambiente. Proprio per questo motivo, sostengo da tempo che chi abbia lo stesso pensiero sul tema, in questo caso di consapevolezza sul valore del cibo e sull’importanza del suo recupero, debba unire le forze. Serve massa critica” ha affermato Juri Chiotti. “Ho conosciuto Marco durante il Covid-19, grazie a Tempi di Recupero. Da subito, ci siamo accorti di quante idee condividessimo: prima fra tutte, l’importanza dell’educazione alimentare a scuola, perché i ragazzi di oggi saranno i clienti e i consumatori di domani. La cucina di Marco è un’esaltazione antropologica della cultura mediterranea. Il territorio di Napoli ha da sempre grandi scambi culturali e la sua ricerca nei piatti li riflette tutti”.
Ph: Letizia Cigliutti