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La rivincita del catering

I 4 vincitori di King of Catering, si sono esibiti in una performance in 4 città italiane per Un’ora da Re, occasione di approfondimento sulla realtà dei catering. Ecco le riflessioni di Michela Iorio, giornalista e blogger, dell'evento svoltosi a Milano.

Arrivare alle 10.00 e trovare la cucina già allestita e in marcia per il pranzo previsto alle 13.00 può sembrare scontato. Ma se si parla di attrezzare da zero gli spazi in una struttura post industriale e dall'indubbio fascino, allora le cose si complicano. E molto. Questa la prima sorpresa che mi ha accolto entrando all'Ex Fonderia Napoleonica di via Thaon de Revel a Milano per l'evento "Un'ora da Re", il naturale proseguimento di King of Catering che ogni anno premia a Taste le migliori realtà del settore. Il 22 ottobre 2013 in quattro città italiane - Milano, Magnato (VA), Canicattì e Udine - sono andati in scena i prescelti dell'edizione 2013:  La Fenice Catering, vincitore assoluto; Le Gourmet, La Torre, Assaporando.

Chi è esterno al mondo del catering spesso dà per scontate le piccole cose che fanno la differenza. Come la richiesta di creare qualcosa da zero in un luogo non convenzionale e creare la squadra perfetta per gestire il servizio in un posto da valutare e conoscere in poche ore.  Ed era proprio questo il presupposto della competizione di quest'anno: progettare una cena placé per evento legato al mondo del fashion design all'interno di un ex spazio industriale con un allestimento che privilegiasse tessuti e colori naturali.

Quindi, nella ex Fonderia milanese La Fenice Catering ha allestito in poche ore una cucina e ha ricoperto di muschio e bicchieri preziosi un tavolo di legno grezzo. A differenza dell'edizione marzolina (premiazione del King of Catering a Taste) sono cambiati i colori  per adeguarli all'autunno. Il menu si è arricchito di chicchi di melograno e altre erbe di stagione. Perché il lusso di "Un'ora da Re" deve sottostare alle leggi del tempo e dei cicli naturali per mantenere una coerenza moderna con la sostenibilità e la stagionalità dei prodotti che esalta sempre il sapore di un piatto.

Oltre all'ambiente curato ed elegante, come si addice a un evento “fashion”, ci ha accolto un menù leggero a base di pesce e verdura con la quasi totale assenza di carboidrati. L'idea era quella di un pranzo di lavoro, e quindi light, per muoversi con disinvoltura tra una passerella e l'altra, come richiesto dal briefing.

Quello che questa giornata mi ha confermato è che, davvero, il mondo del catering è la cenerentola di quella scintillante ribalta del food che oggi occupa ogni mezzo di comunicazione. Si pensa che cucinare per 200 persone non sia interessante come realizzare una linea che, con tutta probabilità, sarà servita a non più di quaranta ospiti per sera in un ristorante stellato. Ma a pensarci bene la cura e la precisione necessaria per fare uscire 200 volte lo stesso piatto nel giro di pochi minuti sono degne di una buona strategia bellica. Si arriva, si allestisce la cucina dove prima c'erano alcune prese di corrente e, se va bene, un attacco per l'acqua e si preparano in poche ore i piatti per un pubblico che non ti ha scelto perché sei citato su una guida, ma che è lì perché è stato invitato.

Insomma, si deve fare una buona impressione su qualcuno che parte con aspettative inesistenti e soddisfare un cliente che ti ha ingaggiato per il successo del suo evento. Un po' come quando si dice che di un matrimonio ci si ricorda sempre come si è mangiato e di quanto era bella la sposa. Molto spesso in quest'ordine.

Michela Iorio

Giornalista e blogger

www.tagliatellealragu.com



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