La sacralità del dolce

La storia della pasticceria regionale italiana ha origini antiche e nebbiose, perse fra leggende popolari e archivi conventuali. Un viaggio fra antico e contemporaneo alla scoperta di ricette ancora attuali.
I conventi sono stati per secoli i “templi” della pasticceria e si hanno notizie delle abilità delle monache sin dal tardo ‘300, l’abitudine nata per ringraziare un benefattore o per omaggiare un’alta carica in visita (ecclesiastica o meno), come si vedrà, fece scaturire leggende e allegorie sulle forme e sull’origine dei dolci monacali. Dalle “Minne” siciliane alle celebri Sfogliatelle, passando per i Quaresimali, tutt’oggi sono molte le testimonianze attualissime delle dolci opere delle monache di clausura.

Sacri seni
Sin dalle tesmoforie greche e dai culti isidei egizi il legame fra fertilità e forme femminili era imprescindibile: Iside, infatti, allattava al seno Horus (e il faraone di turno) per renderlo immortale e le donne, celebrando Demetra, chiedevano campi propizi con dolci a forma di pube femminile in processione; atti antesignani del culto di Sant’Agata nell’area del Mediterraneo, volto all’abbondanza del latte, celebrati poi con la Virgo Lactans cattolica, dove l’allattamento al seno fu simbologia anche di nutrimento spirituale e di sapienza infusa. Nei secoli i pani votivi per chiedere “la grazia” alle Sante si sono trasformati in dolci che le monache realizzavano per emulazione delle generazioni passate, ignorandone però l’origine derivante da culti non cristiani [...]


Estratto di "La sacralità del dolce" di Marco Polizzi su ItaliaSquisita n°50.

Photo credit: I Segreti del Chiostro
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