Riflettendo sulla cultura gastronomica del golfo di Napoli, il primo pensiero va sicuramente alle donne di casa, alle cultrici delle ricette identitarie che hanno fatto della Campania uno dei feticci più apprezzati dai turisti del “buon mangiare”.
Se è vero dunque che ogni famiglia napoletana nasconde una cuoca eccelsa, è altrettanto vero che gli esempi di alta ristorazione non mancano.
Territorio e tradizione
La tradizione è il principale legame con la cultura enogastronomica e Napoli ne rappresenta il baluardo. Lo chef Salvatore Bianco è alla guida della ristorazione del Romeo hotel. Il suo Il Comandante, uno dei ristoranti più apprezzati del sud Italia, oltre i blasonati riconoscimenti, ottiene continui meriti per avere eliminato l’aut aut “tradizione - innovazione” da una terra saldamente ancorata alle proprie radici. Pensiamo per esempio al Ragù 9850 (i km che separano Napoli da Tokyo) attraverso il quale lo chef Bianco ha voluto trasmettere tutto l’umami della cucina napoletana grazie però agli ingredienti nipponici. Le componenti più identificative del ragù napoletano sono il pomodoro e la carne, nella versione 9850 la carne viene quindi sostituita dalla soia, dai funghi, dal caffè… Territorio e tradizione talvolta può voler dire “sia utilizzo di ingredienti provenienti dalla propria terra sia di altri provenienti da terre altrui, senza mai snaturarli”.
Le anime del Romeo
L’offerta gastronomica del Romeo Hotel, abbraccia tutte le sfumature possibili: dal ristorante Il Comandante si arriva al Beluga Bistrot Terrace & Pool, passando per la cantina e per la tradizionale banchettistica. La Cantina Wainari, nata dalle ceneri del ristorante giapponese, è l’ultima creatura del Romeo: se prima infatti quest’ultima era nei sotterranei dell’hotel, adesso le 1.500 etichette fanno bella mostra di sé a tutti gli ospiti.
Tradizionalmente nuovo
Se la cucina di pensiero viene espressa al 10° piano, un piano più giù (ma con lo stesso incredibile panorama), al Beluga si vive di tradizione. Dalla frittura di pesce alla tradizionale sfogliatella riccia, dai mezzanelli lardiati, all’immancabile polpetta al sugo, al Beluga Bistrot si mangia “ciò che cucina la nonna”: una cucina di pancia e di cuore.
Alla guida della cucina del Bistrot troviamo Francesco Citterio, sous chef di Salvatore Bianco per 5 anni. La cucina della nonna realizzata con l’expertise da ristorante di alta gamma inserita in un contesto di haute hotellerie: ecco il nuovo Beluga Bistrot Terrace & Pool del Romeo Hotel di Napoli.