Più di ogni altra regione italiana in Campania si respira nel settore gastronomico una gran voglia di fare, di risorgere e di ricercare attraverso un prodotto come la pizza quella nuova normalità di cui tutti abbiamo bisogno.
Forse la novità più eclatante, che circola ormai da qualche mese è l’apertura della prima fattoria della pizza in Italia, in quel della Puglia, nell’Alta Murgia di Corato, da parte di Francesco Martucci, vero protagonista della scena di settore, che conferma il suo cammino fatto di coraggio, testardaggine ed avanguardia tecnica, oltre a produrre uno tra i prodotti più in voga del panorama campano. Una pizzeria in pieno stile Martucci che, ripercorrerà come la casa madre di Caserta, gli abbinamenti ricercati, le cotture e il grande lavoro fatto dal novello Masaniello degli impasti.
Si rimane sempre da quelle parti, ad Aversa, per la particolare pizza di Roberta Esposito riferimento femminile tra i pizzaioli in Italia che col suo prodotto così personale, genuino e raffinato ha posto l’accento soprattutto in questo 2020 su un nuovo modo di intendere questo alimento, marcatamente rustico nella base ma al contempo raffinato ed elegante nel topping. Un’espressione identitaria in cui il crunch rappresenta la parte predominante, così come il suo profumo, così marcatamente simile al pane di campagna. Un prodotto prevalentemente integrale che raggiunge il suo punto di forza con la sua declinazione nel “ruoto” o “rutelluccio”, tipica dell’entroterra campano, una pizza dall’impasto soffice e dai bordi croccantissimi perché cotta in una teglia circolare di ghisa, ideata specificamente per questo tipo di preparazione.
Si prosegue con la rivelazione del periodo di quarantena, Johnny Take Ué che con la sua sede del Corso Vittorio Emanuele ha spopolato quanto a numeri durante il periodo di quarantena con l’asporto a carattere tradizionale della propria pizza, con una bella selezione di materie prime e di varietà che ha strizzato l’occhio alla clientela di fascia alta della Napoli bene. Una catena ristorativa che peraltro guarda avanti al futuro con la nuova apertura del progetto Johnny Take Ué Pizza In Pala pronto a conquistare la piazza di Caserta con la nuova apertura in autunno, che sarà caratterizzata da una proposta di lievitati selezionati, di impasti diversi con vari cereali e vario indice di maturazione e con una cifra gastronomica pronta ad accompagnare il commensale dalla colazione alla cena passando per l’aperitivo.
Vincenzo Capuano, mattatore dei social media che ha lanciato un messaggio enormemente positivo concretizzatosi in una nuova pizzeria a Pozzuoli, nella pittoresca cornice del porto che affianca dunque il Lungomare di Napoli, Pompei e la sede del Vomero come luoghi della sua pizza contemporanea, 3.0. Una proposta che si caratterizza di accenti particolari sulle alte maturazioni, sull’alveolatura pronunciata del cornicione e sui possibili abbinamenti tra pizza e pescato. Vincenzo si conferma dunque come un esempio di positività ed operosità che è sempre stato, anche in questo 2020 così particolare avendo dato sempre forti segnali di speranza.
Pozzuoli luogo di cambiamento e successi anche per il numero 10 della pizza napoletana contemporanea Diego Vitagliano. Ragazzo di grande perizia tecnica al quale al di là dei meriti gastronomici va riconosciuto il grandissimo merito di aver investito per primo su dei quartieri quali Bagnoli e Pozzuoli che erano completamente da recuperarsi e che invece qualche mese o qualche anno dopo sono diventati uno dei principali luoghi di aggregazione legati al cibo.
Periodo di evoluzione anche per Giuseppe Vesi, durante questi mesi ha prodotto un lievito madre ad hoc per le sue pizze prodotte con farine integrali macinate a pietra, ingredienti selezionati e tanta passione, servite peraltro nelle due sedi del Vomero e del Lungomare Caracciolo, “con profumo di mare”, come è solito descriverle il maestro. Quindi pizze tradizionali come venivano eseguite anticamente con indice di maturazione e digeribilità elevatissime.
Altrettanto innovativa la pizza di Vincenzo Falcone in quel di 20 Pizza & Delicious e 20 Pizza & Delicious In Teglia. L’imprenditore di Cava dei Tirreni forte del suo successo sui social media ha compiuto rapidamente la sua scalata nel cuore del pubblico dei ragazzi, arrivando a costituire un vero e proprio impero con l’aiuto dei suoi soci. Benché la proposta si fondi su abbinamenti azzardati e barocchi a dir poco, la pizza di Vincenzo Falcone è stata una delle più richieste tra i giovani campani, sospinta anche dalla partenza del suo nuovo progetto Golocious.
Da Roma a Napoli, Marco Quintili romano d’adozione, ma campano di nascita ha affrontato con coraggio il rilancio del post lockdown, raddoppiando a Roma e concretizzando l’annuncio di un nuovo locale a Napoli lungo la riviera di Chiaia nel prossimo futuro.
Nuova apertura anche per Errico Porzio, maestro pizzaiolo di quartiere che dopo aver conquistato con grandi numeri la piazza napoletana in particolar modo a Soccavo, è approdato da pochissimo a Salerno, portando una pizza compiutamente partenopea che cede ai richiami del food porn. Un tripudio di salumi, latticini, vegetali in diverse consistenze, fanno da padrone sul suo impasto.
E concludiamo con la carrellata dei soliti volti noti tra cui Franco Pepe, Ciro Salvo, Enzo Coccia e Ciro Oliva, che benché non abbiano apportato novità significative al progetto in quest’ultimo scampolo d’estate, in realtà sono assurti a vero riferimento, a porto sicuro per la clientela. Espressione di una storia familiare che da sempre rimane un benchmark più o meno di riferimento per chi vuole cimentarsi con l’arte bianca, sia essa tradizionale o contemporanea.
Viva la Pizza!
Di Ugo Marchionne