La nuova tradizione all’Osteria Manzoni

C’è aria di nuova tradizione in Brianza, con un’osteria giovane ma che rispetta le regole della cucina classica del territorio.
Barzago è un piccolo comune della Brianza lecchese, quello spazio per lo più verde e collinare incastonato tra le propaggini meridionali del Lario, qui campanilisticamente chiamato "Lago di Lecco", e l'area densamente popolata della bassa Brianza.
In un luogo così sospeso tra il movimento frenetico dell’attitudine brianzola nel lavorare e l'attrattiva sempre più internazionale esercitata dal lago, hanno deciso di mettere le proprie radici culinarie e imprenditoriali Francesco Cheloni, chef, e Giovanna Bettega, in sala, entrambi a lungo collaboratori di uno dei fari dell'alta cucina in terra briantina: Giancarlo Morelli.
Dopo diverse esperienze, la lecchese Giovanna e il fiorentino Francesco s’incontrano ed entrano in dialogo con un luogo speciale, un edificio ottocentesco restaurato con gusto ed efficacia, e un territorio, uno spicchio di Lombardia con i suoi prodotti e le sue tradizioni, che si apre al resto della regione e di tanto in tanto si concede divagazioni che non dimenticano le origini dello chef. Da questo dialogo nasce e si sviluppa un'idea di ristorazione schietta, gioiosa e confortevole in ascolto del proprio cliente e di quel territorio che viene fatto proprio attraverso un'attenta selezione delle materie prime locali e il rispetto della loro lavorazione. Rispetto costruito attraverso la sapiente valorizzazione di sapori e consistenze e coronato da ricette no waste che, grazie alla perizia tecnica dello chef, coniugano gusto e sostenibilità senza stravolgere i sapori tradizionali, ma rendendoli più intensi e complessi.
Largo quindi ai tradizionali mondeghini (sì in quest'angolo di Brianza si chiamano proprio così, con la "N" ), alla terrina di verza, cavolo nero e porro su un pan brioche arricchito delle polveri degli stessi cavoli, agli gnocconi di patate e farina grigia di Soglio, burro d'alpeggio e salvia ombreggiati da una cialda realizzata a partire dai gambi della salvia stessa. Poi ecco il riso con la luganega di Monza e brace realizzata con lo scarto della cipolla, la gallina cotta in brodo ripiena di arrosti affiancata da tutto il cavolfiore, gambo, foglie e fiore resi in diverse consistenze, con salsa bernese al fondo di gallina. Si chiude infine con un'ironica quanto godereccia rivisitazione del tiramisù in una "coppa anni ‘80".
Negli abbinamenti i vini Terre Lariane IGT la fanno da padrone e con la loro versatilità permettono di accompagnare in consonanza tutte le portate.
L'interno del ristorante è in perfetta continuità con l'identità espressa dalla cucina e mette in mostra i suoi quasi due secoli di storia senza negarsi innesti di design e arte moderna, ben integrati nel contesto, risultando caldo, accogliente, e garbato, aggettivi che ben si prestano a descrivere il servizio in sala che accoglie chi arriva con un sorriso, lo stesso che lo saluterà invitandolo a tornare in un luogo già familiare.
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