La nuova frutta italiana

Come da consuetudine storica l’agricoltura italiana non si ferma mai e continua a sperimentare la produzione di vegetali non autoctoni della Penisola. Per motivi climatici e di mercato stanno riemergendo nuove colture, varietà antiche un’altra volta in auge e felici riscoperte dal mondo selvatico. E come al solito è una storia del sud, orto dorato d’Europa.
Nelle scuole elementari italiane viene insegnato che l’agricoltura è un settore importante per il Paese e vengono fatte studiare le caratteristiche produttive dei vari territori. Insegnano che si coltiva molta frutta: ci sono le pere in Emilia, le mele in Trentino e gli agrumi nel Meridione. Ma è veramente ancora così?
Nel presente dell’Italia l’aumento delle temperature ha iniziato a imprimere la sua impronta. Oggi le coltivazioni di olivo e vite migrano lentamente verso il nord della Penisola e al sud continua il consolidamento di una realtà che va presa sul serio: qui infatti si coltiva frutta tropicale, aumentano gli ettari e ora anche le varietà.
La convivenza con specie vegetali tutt’altro che mediterranee non è una novità per l’Italia. Esiste un importante precedente prima dell’ondata di frutta tropicale degli ultimi vent’anni: il kiwi [...]

Estratto di "La nuova frutta italiana" di Francesco Morresi su ItaliaSquisita n°49.

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