I 12 ristoranti che, nell'ultimo decennio, hanno conquistato la classifica The World's 50 Best Restaurants si sono dati appuntamento lunedì 11 novembre nei saloni di Palazzo Reale a Milano per una celebrazione dedicata ai ristoranti presenti in lista fin dalla prima edizione del 2002.
Nel 2013 sono stati quattro i ristoranti italiani presenti in classifica: l'Osteria Francescana di Massimo Bottura, Le Calandre della famiglia Alajmo, il Combal.Zero di Davide Scabin, e il Piazza Duomo dello chef Enrico Crippa. Tra i ristoranti che hanno fatto la storia del 50 Best: Dal Pescatore della famiglia Santini, Cracco (Milano), Alle Testiere (Venezia), Checchino dal 1887 (Roma), Enoteca Pinchiorri (Firenze), Gambero Rosso per ben 6 anni consecutivi (San Vincenzo), Quattro Passi (Massa Lubrense), Il Canto alla Certosa di Maggiano (Siena). Senza dimenticare il Lifetime Achievement Award assegnato nel 2008 a Gualtiero Marchesi, fra gli invitati ieri a Palazzo Reale.
L'iniziativa è stata preceduta da un confronto sul tema “la cucina italiana oggi e domani” a cui hanno preso parte gli chef Massimo Bottura, Davide Oldani, Gualtiero Marchesi con Rosanna Binacchi, responsabile delle relazioni internazionali del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo; Oscar Farinetti, patron di Eataly e Davide Rampello, direttore artistico del Padiglione Zero di Expo 2015.
Curiosità, voglia di guardarsi sempre intorno e semplicità sono i punti cardinali, secondo Gualtiero Marchesi. E non solo per la cucina: “Ogni volta che mi sono trovato davanti a un’opera d’arte, ho imparato qualcosa”, ha esordito il Maestro. Massimo Bottura ha sottolineato come valorizzare ciò che rende unica l’Italia - cucina compresa - sia fondamentale per far conoscere all’estero il Bel Paese. Davide Oldani ha un'immagine della cucina itliana del futuro: “Una comunità di cuochi che si parlano, confrontano e stimano perché credono in una identità chiara e forte del territorio”. Un primo assaggio di tutto ciò si è avuto nei mesi scorsi grazie all’Anno della Cultura Italiana negli Usa. “Il 2013 ha visto un’attività intensa di presentazione negli Stati Uniti delle eccellenze italiane nel campo dell’arte e della musica” - ha sottolineato Rosanna Binacchi - “affiancate da grandi chef ad arricchire la presentazione della nostra cultura”.
“Perché non uniamo il patrimonio artistico e agroalimentare di qualità?”, è stata la provocazione di Oscar Farinetti. Come? “Togliamo dalle cantine i quadri dei nostri grandi artisti ed esponiamoli nei ristoranti dei migliori chef italiani. Poi realizziamo una pubblicazione e la diffondiamo nel mondo per invogliare gli stranieri a venire in Italia”. La cucina come cultura, metaforicamente e nella pratica: questo il filo conduttore del confronto avvenuto lunedì 11 novembre a Palazzo Reale.