Ogni piatto della cucina di Luigi Salomone al Re Santi e Leoni si caratterizza innanzitutto per una forte cifra identitaria, trasmettendo ai commensali il concetto di “memoria del sapore”, una filosofia che tende a tradurre in materia il bagaglio di idee, pensieri e ricordi propri della tradizione gastronomica vesuviana e che, come il vulcano, parla direttamente al cuore e alla testa di chi tende l’orecchio o in questo caso il palato per ascoltare.
Dalla seppia arrosto con broccoli e rafano, al gambero rosso con porcini, maggiorana e nocciole, dalla pasta e polpo alla Luciana con fagioli e chorizo fino al baccalà fritto con mela, puntarelle e karkadè, Luigi Salomone è riuscito a tirar fuori da se stesso un menu sì compiutamente territoriale nelle linee guida, ma che non rinuncia a una chiara leggibilità personale, fatta di varie declinazioni del medesimo ingrediente nel piatto, diverse tecniche di cottura che coesistono simultaneamente e di un grande rispetto per la materia prima e per le paste secche, vero caposaldo e pietra d’angolo di ogni buon campano che si rispetti.
La maturità della cucina di Luigi è davvero piena, espressiva di massiccia tecnica, manualità e lavoro di sintesi, la sua è una cucina di pensiero completamente a servizio del gusto. Una sequela di piatti che parlano del territorio, del mare, della componente vegetale, ormai onnipresente sulle tavole raffinate della Campania e di recupero, concetto che rimane attuale ora più che mai. Una cucina di grande dettaglio quella di Luigi Salomone che attinge a piene mani da una tradizione fortemente radicata, proiettata dunque nella contemporaneità del Re Santi e Leoni, nuovo imperdibile ristorante in Campania, un luogo dispensatore di leggerezza, sincerità espressiva, nitidezza dei sapori e giusto piglio.