C’è sempre una prima volta. Questa è quella in cui viene richiesto di resettare i sensi e ricominciare da zero. Perché anche se si vive nella convinzione che a ognuno dei cinque sensi corrisponda uno e un solo organo, è giusto fare chiarezza almeno per quanto riguarda la bocca, sede deputata alla percezione del gusto, ma soprattutto del tatto.
Quello che tocca le consistenze lisce e grezze, che sente freddo e avverte il caldo: è il tatto della bocca, importante per i palati all’interno della cucina quanto per quelli che attendono in sala. L’anima di Altatto nasce da questa prospettiva, attraverso cui Sara Nicolosi e Cinzia De Lauri mostrano la loro cucina, espressa in una piccola sala che affaccia su Via Comune Antico 15, a Milano.
Altatto, prima ancora d’essere un luogo d’incontro per palati non convenzionali, è un progetto di catering nato 7 anni fa con una proposta di alta cucina vegetale, sostenibile anche nella produzione di alcune delle sue stoviglie: 100% in cera d’api, modellata secondo l’occasione e poi fusa per essere riutilizzata.
Tutta la parte food è sempre stata preparata nell’attuale cucina, prima attraverso un format “aperitivo” all’esterno del locale, Il Baretto, e poi in quello che oggi conosciamo come il vero e proprio Ristorante Altatto.
Un’escalation in continuo mutamento quindi, che è figlia dell’amicizia tra le due chef scoppiata nel Joia di Pietro Leemann (Mi), la Mecca della cucina vegetariana. Un’esperienza del tutto personale quella di Altatto, una cucina tailor made molto curata nel suo aspetto prettamente vegetale, con due menu degustazione e una piccola carta per pochi commensali alla volta, ospitati su 4 social table.
Anteprima di "SARA NICOLOSI & CINZIA DE LAURI - Altatto
" di Barbara Marzano in uscita nel n°42 di ItaliaSquisita.
La cucina di Altatto: la natura che orienta le mani
L’intenzione, tatto dopo tatto, è di accogliere i sensi senza imitazioni ma con sperimentazioni, che con gli antagonisti carnivori e ittici hanno in comune solamente una sensazione di comfort.