Dopo anni di studio, numerose visite ai ristoranti di tutto il mondo, itinerari enogastronomici e la padronanza dei prodotti del territorio è affiorata una cucina di carattere e di terroir. Dove canederli, strudel, krapfen e zuppe rimandano alla tradizione altoatesina ma portano impresso il carattere della modernità. Come la classicissima merenda al tagliere a base di speck che lascia il posto a un carpaccio di speck, la schlutzkrapfen che si trasforma in zuppa di schlutzkrapfen, la kaiserschmarrn che diventa una frittata soffiata con diversi frutti, la polenta e funghi che si reinventa sotto forma di ravioli di polenta con porcini. Senza dimenticare la testina di vitello, grande passione di Herbert, proposta in infinite variazioni: al cartoccio con patata lessa, fritta in crosta d’erbe con rafano, condita con vinaigrette di pomodoro fresco “Paradise”, accompagnata da gelato alla senape. Tradizione e sperimentazione fino a un certo punto, però. «A me non piacciono i cuochi che lavorano un prodotto fino a stravolgerlo coprendolo di chissà quali salse - precisa lo chef - ci vuole creatività ma rispetto per la materia prima». Un principio sempre presente nella carriera di Herbert in veste di gestore del ristorante “Zur Rose”: nel menu compaiono infatti l’agnello della Val Sarentino, il formaggio di latte d’alpeggio, le radici invernali della Val Aurina, la farina di pere secche, la selvaggina e i funghi dei boschi, le confetture degli agricoltori biologici. Prodotti del passato prossimo e di quello remoto, accostati con il gusto e la sapienza del presente. L’Alto Adige, uno dei migliori itinerari enogastronomici d’Italia. www.zur-rose.com
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